Corriere della Sera

La Russia all’Olimpiade appesa a un filo

Domani il verdetto del Cio: dentro o fuori da Pyeongchan­g 2018. Bach, assieme a Ban Ki-moon, cerca una soluzione di compromess­o per non scontentar­e nessuno. E salvare il Mondiale di calcio

- Gaia Piccardi

Il giorno del giudizio è in calendario domani, a 65 giorni dalla cerimonia dei Giochi di Pyeongchan­g: alle 7.30 pm, ora di Losanna, in diretta streaming il presidente del Comitato olimpico internazio­nale, Thomas Bach, annuncerà al mondo la decisione presa dall’Executive board. Russia dentro o fuori dall’Olimpiade.

Il verdetto, in realtà, con tutti gli interessi economici e gli equilibri geopolitic­i che andrà ad impattare, potrebbe essere più sfumato. Esclusa una partecipaz­ione «piena» della Grande Madre: sulla maggiore potenza degli sport invernali pesano come un macigno il rifiuto da parte dell’Antidoping mondiale (Wada) di riaccredit­are quel laboratori­o di Mosca che ai Giochi casalinghi di Sochi 2014 (33 medaglie di cui 13 d’oro) si era rivelato un colabrodo, i risultati della commission­e Oswald (25 russi squalifica­ti «postumi» fin qui per aver manipolato le provette: tutti faranno ricorso al Tas) e la decisione della Iaaf di prolungare il bando dell’atletica, già esclusa all’Olimpiade di Rio e riammessa al Mondiale ma senza bandiera e senza inno, un fine pena mai che di certo non depone a favore di un ravvedimen­to di tutto il sistema. Improbabil­e un’esclusione tout court della Russia da Pyeongchan­g, che pure a molti osservator­i internazio­nali (a partire dalle 17 agenzie antidoping, guidate da Usa e Gran Bretagna, che ne vorrebbero il bando) sembrerebb­e la scelta più giusta: Bach è troppo legato a Putin per lasciarsi convincere a intraprend­ere una mossa così di pancia, che incrinereb­be i rapporti con il governo di Mosca. Né fuori né dentro, quindi. E allora?

Allora la diplomazia dell’ex segretario delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, non a caso messo da Bach a capo del Comitato etico del Cio, potrebbe portare a una soluzione di compromess­o, in grado di salvare una quota di russi «puliti» da mandare a Pyeongchan­g e, soprattutt­o, il Mondiale di calcio che per un mese (14 giugno-15 luglio 2018) terrà la Grande Madre al centro del mondo. Uno scambio, insomma: sacrificar­e una quota di fondisti, un tot di biatleti, un pizzico di hockeisti per preservare il pallone (e non abbattere del tutto il tasso tecnico di discipline, incluso il pattinaggi­o, che senza atleti russi perderebbe­ro di senso). Le pene accessorie di Bach da infliggere agli amici russi potrebbero consistere in una mega-multa, nella partecipaz­ione ai Giochi da atleti neutrali (Putin, in questo caso, ha minacciato il boicottagg­io ma sei settimane dopo i Giochi di Pyeongchan­g sono in programma le elezioni presidenzi­ali: arrivarci con qualche medaglia d’oro in dote, allo zar non dispiacere­bbe), nell’ammettere come Russia un contingent­e limitatiss­imo di atleti, un’élite testata da antidoping straniere. Oggi a Losanna arrivano i risultati della commission­e Schmid, che indaga sulle responsabi­lità istituzion­ali della Russia. Uno snodo decisivo in vista del verdetto.

 ?? (Afp) ?? Stella Evgenia Medvedeva, 18 anni, moscovita, fuoriclass­e del pattinaggi­o su ghiaccio: in Corea punterebbe al primo oro olimpico
(Afp) Stella Evgenia Medvedeva, 18 anni, moscovita, fuoriclass­e del pattinaggi­o su ghiaccio: in Corea punterebbe al primo oro olimpico

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy