Corriere della Sera

Un missile che passa da 0 a 100 in 3 secondi Però senza rombo...

- Isidoro Trovato

Premessa: per uno che guida una Royal Enfield a quattro tempi, stare in sella a una moto elettrica da 200 km all’ora è come salire sulla macchina del tempo e ritrovarsi in un futuro lontano. La moto si chiama Energica e il modello Eva: non ti porta nel paradiso terrestre ma di sicuro ti induce in tentazione. Sì perché salire su bolide elettrico è come cavalcare un missile: nessuna progressio­ne, non si cambiano le marce, si passa da zero a 100 in tre secondi.

Per la prima volta ho provato in moto la sensazione del vuoto d’aria che si sente quando si schiaccia l’accelerato­re su un’auto potente. Il paradiso di Eva è il percorso cittadino: con quel tipo di accelerazi­one è possibile qualsiasi sorpasso anche in pochissimi metri. E in più, considerat­o che la batteria si ricarica a ogni frenata, il traffico aiuta ad avere quasi sempre la carica massima. Fuori città e nei percorsi lunghi invece la storia cambia: l’autonomia di Eva è di poco più di 100 km e questo può essere un freno alle gite a lungo raggio. Intendiamo­ci: quando vi consegnano la moto vi forniscono di ricarica lenta (quella che si usa collegando­si in una qualsiasi presa) e di quella rapida (quella utilizzabi­le solo nelle colonnine specifiche poste in giro per la città). Il punto è che con la ricarica lenta servono tre ore per fare «il pieno» invece con la rapida appena mezzora ma serve trovare la colonnina adatta e quando sei in autostrada è davvero una remota possibilit­à. La guida: una volta che ti sei abituato all’idea che il piede sinistro non ti serve a cambiare le marce ma solo a toccare terra ai semafori, Eva si fa guidare con estrema facilità anche nei percorsi misti. Unica raccomanda­zione: abituarsi in fretta al peso. Non è tanto per i suoi 280 kg ma per il fatto che gravano tutti sul manubrio perche le due grandi batterie stanno proprio sotto il sellino.

Una volta registrata la forza con cui impostare una curva, la moto fila liscia e docile come una saetta ammaestrat­a. Ultima perplessit­à riguarda il rombo del motore: per chi ha nelle orecchie quello delle Harley Davidson o delle Royal Enfield, sentire una moto elettrica può essere scioccante. Il rumore è un sibilo molto simile a quello emesso dalle macchinine elettriche telecomand­ate. Insomma, immaginate di vedere un lottatore di sumo che parli con la voce in falsetto, il risultato non è dei migliori. Allo stesso modo, se siete in sella a un «mostro» capace di sviluppare velocità di un missile, saranno in tanti ad avvicinars­i a voi al semaforo per chiedere informazio­ni. Ma la delusione di non sentire alcun rumore la leggerete nel volto di tutti. Da questo punto di vista però le soluzioni, anche tecnologic­he, ci sono per dare una «voce» adeguata.

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