Più nuovi italiani E 2 su 5 sono minori
Gli immigrati aumentano di poco, crescono di molto i nuovi italiani. L’ultimo, annuale, Rapporto Ismu sulle Migrazioni, presentato ieri, contiene diverse informazioni «calmanti»: la quota degli stranieri nel nostro Paese aumenta appena di 87 mila persone (5,9 milioni in totale); il livello di occupazione è buono, anzi migliora (per tutti, anche per gli «autoctoni»); gli sbarchi diminuiscono (117 mila al 4 dicembre 2017 contro i 181 mila del 2016), per cui, sottolineano i ricercatori, «non siamo di fronte a un’invasione».
Immigrazione Le acquisizioni di cittadinanza superano di molto gli ingressi di stranieri
Certo, avverte il responsabile della statistica Ismu, Gian Carlo Blangiardo, se all’incremento dell’1,5 per cento di stranieri si sommano le numerose acquisizioni di cittadinanza nel corso del 2016 (202 mila), si registra nel complesso un più 5 per cento di crescita della popolazione con una storia di immigrazione recente. Di nuovo, però, si resta in linea con gli anni precedenti: pochi ingressi negli ultimi mesi, tanti ex stranieri che hanno maturato i requisiti per diventare italiani a tutti gli effetti. Fondamentalmente perché sono qui da molto tempo, hanno una residenza e un reddito stabile, hanno portato in Italia la famiglia o se la sono costruita dopo il viaggio. E possono adesso trasmettere la cittadinanza ai figli: dei nuovi italiani, due su cinque sono minori. Che ci sia o meno la riforma della legge sulla cittadinanza, spiegano i ricercatori, la tendenza è questa: l’Italia si conferma terra di immigrazione consolidata e integrata. Al punto che le previsioni per il futuro sono di progressiva riduzione della presenza straniera (5,3 milioni nel 2033, la stima degli esperti). Le analisi dell’Ismu (Fondazione Cariplo tra i soci fondatori) vorrebbero avere un effetto tranquillizzante sull’opinione pubblica, si augura il segretario generale, Vincenzo Cesareo. Poi, però, la questione entra nell’agenda politica (interessante all’interno del rapporto lo studio su come il tema abbia influenzato le ultime campagne elettorali in Europa, a cura del politologo Nicola Pasini). E la calma si perde.