Roma, fumogeni e minacce da una dozzina di militanti mascherati. Mattarella solidale. Minniti: atto criminale
Anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in visita ufficiale in Portogallo, ieri ha voluto esprimere la sua «solidarietà a tutti i giornalisti di Repubblica e dell’Espresso per il grave fatto» accaduto. Un blitz, un «assalto» — così l’hanno definito gli stessi autori — compiuto nel pomeriggio, intorno alle 16, quando un gruppetto di neofascisti con delle maschere bianche sul volto, in mano bandiere di Forza Nuova e un cartello con la scritta «Boicotta Repubblica e L’Espresso», è penetrato nel cortile della sede romana del quotidiano fondato da Eugenio Scalfari e, dopo aver acceso dei fumogeni, ha letto un proclama di accuse, «una dichiarazione di guerra», contro la redazione.
Un paio di candelotti sono stati anche lanciati all’indirizzo di alcuni dipendenti che dalle finestre dell’edificio protestavano contro la violenta forma d’intimidazione.
Poi il gruppetto, una dozzina di persone, s’è dileguato. Qualche minuto dopo, però, è arrivata la rivendicazione su Facebook: «Oggi è stato solo il primo attacco contro chi diffonde il verbo immigrazionista... Sappiano che non gli daremo tregua, li contesteremo ovunque...». Il leader storico del movimento, Roberto Fiore, l’uomo che il 28 ottobre scorso avrebbe voluto rifare la marcia su Roma, 95 anni dopo Benito Mussolini, lo ha ribadito all’Ansa: «È il primo atto di una guerra politica contro il gruppo Espresso e contro il Pd».
Ed è stato proprio questo cupo riferimento alla «guerra» a spingere il ministro dell’Interno, Marco Minniti, a far subito visita ai giornalisti di Largo Fochetti, mentre il premier Paolo Gentiloni telefonava al direttore di Repubblica, Mascherati Il blitz dei militanti di Forza Nuova con il volto coperto Mario Calabresi, per manifestargli vicinanza e affetto: «È un atto criminale. Serve una risposta molto netta e chiara — le dure parole di Minniti — Non ci può essere un gruppo organizzato che dichiara guerra alle idee. L’antifascismo e la libertà di stampa sono i capisaldi di una democrazia».
«Il nostro lavoro dà fastidio», il commento a caldo del direttore Calabresi. Da mesi, il suo quotidiano porta avanti un’opera attenta d’informazione sul diffondersi di episodi di fascismo e intolleranza nel Paese. Il mese scorso, era stata sempre Repubblica a riportare una denuncia secondo cui in una sede romana di Forza Nuova i nuovi iscritti venivano spinti a raid contro gli immigrati.
La Digos, intanto, grazie alle telecamere della zona, ha già identificato, fermato e denunciato per violenza privata uno dei militanti. E la Procura di Roma ha aperto un’inchiesta. «Non ci faremo intimidire», dichiarano all’unisono i comitati di redazione di Repubblica e L’Espresso. Una condanna unanime è arrivata dalle forze politiche, dalla Federazione nazionale della stampa, dall’Ordine dei giornalisti e dalla comunità ebraica romana.
«Il Pd continuerà a lavorare contro atti di fascismo come questo», avverte il segretario dem, Matteo Renzi. Ed ecco, infine, il retweet a sorpresa di
Dentro il cortile La «dichiarazione di guerra» contro la redazione. La Procura apre un’inchiesta
Beppe Grillo, il leader del M5S, in passato più che offensivo nei confronti della stampa: «Si può non essere d’accordo con la linea editoriale di un giornale, ma blitz fascisti e squadristi come quello di Forza Nuova non hanno giustificazioni».