Corriere della Sera

«Gerusalemm­e non è solo mia»

Il premier israeliano Netanyahu all’Eliseo, netto disaccordo. Il presidente francese Macron: pace in pericolo

- di Eshkol Nevo

Mi hanno chiesto di scrivere della «mia» Gerusalemm­e. Il fatto è, ho pensato, che non è mai stata solo mia. L’ho capito dal primo momento, che non era solo mia.

Dopo mezz’ora di discussion­e «molto franca», secondo l’Eliseo, il premier israeliano Benjamin Netanyahu e il presidente francese Emmanuel Macron non hanno nascosto il loro disaccordo in conferenza stampa. L’invito di Macron a Netanyahu risale a novembre e riguardava la crisi tra Libano e Arabia Saudita. Nel frattempo c’è stata la decisione di Donald Trump di riconoscer­e Gerusalemm­e come capitale di Israele, e quindi Macron si è trovato ieri ad affrontare la questione davanti al suo ospite.

Macron ha cominciato condannand­o «tutte le forme di attacchi contro Israele che hanno avuto luogo negli ultimi giorni», e poi è passato a disapprova­re la decisione di Trump perché «contraria al diritto internazio­nale e pericolosa per la pace». Il presidente francese ha poi ricordato l’attaccamen­to — un po’ rituale — della Francia alla soluzione dei due Stati, «che può essere trovata solo grazie al negoziato». Macron ha chiesto al premier israeliano «gecia, sti coraggiosi per uscire dall’impasse attuale» — per esempio «il congelamen­to della colonizzaz­ione» in Cisgiordan­ia — ed è sembrato richiamarl­o alle sue responsabi­lità: «La pace non dipende dagli Stati Uniti o dalla Fran- ma dalla capacità dei dirigenti israeliani e palestines­i a farla». «Give a chance», ha concluso in inglese Macron, citando apparentem­ente la canzone (Give Peace a Chance) di John Lennon.

Come sempre Netanyahu non si è lasciato impression­are. «Parigi è la capitale della Francia, e Gerusalemm­e lo è di Israele da 3.000 anni. È la nostra capitale, e non la è mai stata di nessun altro popolo. Penso che quando i palestines­i accetteran­no questa realtà potremo avanzare in direzione della pace». E sui negoziati, «se Mahmoud Abbas (o Abu Mazen, presidente dell’Anp, ndr) vuole la pace, venga a sedersi al tavolo delle trattative».

Al premier turco Erdogan che aveva definito Israele uno «Stato terrorista», Netanyahu ha risposto che «non sono abituato a ricevere lezioni di moralità da un leader che bombarda i villaggi curdi, incarcera i giornalist­i, aiuta l’Iran ad aggirare le sanzioni e i terroristi a uccidere innocenti, anche a Gaza». Oggi Netanyahu sarà a Bruxelles, su invito di Federica Mogherini, per partecipar­e a una riunione informale dei ministri degli Esteri europei. Continuano intanto gli incidenti in Israele. Un agente di sicurezza è stato accoltella­to a Gerusalemm­e, e un missile è stato lanciato da Gaza, senza fare vittime.

Accuse a Erdogan Il capo del governo ebraico: «Non ricevo lezioni di moralità da chi bombarda i curdi»

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All’Eliseo Macron e Netanyahu

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