Attivisti e reporter, oltre 700 aggressioni «Così cresce l’ostilità per i diritti umani»
Allarme del segretario Onu Guterres. Le iniziative per i 70 anni della Dichiarazione universale
Gli ultimi, in ordine di tempo, sono stati Elisa Badayos, Eleuterio Moises e Carmen Matario, i primi due uccisi e la terza scampata all’omicidio agli inizi di dicembre. Tutti e tre, attivisti filippini impegnati per la difesa dei diritti nelle comunità rurali. Ma il conto dei caduti è molto più lungo: solo nel 2017 sono state oltre 700 le violenze commesse contro chi lotta per la protezione dei diritti umani, Asia e Americhe, in testa. Una stima che — avvisano le stesse Ong — è per forza al ribasso.
«Cresce l’ostilità verso i diritti umani e verso coloro che li difendono da chi vuole trarre profitto da sfruttamento e divisioni. Siamo testimoni di manifestazioni di odio, intolleranza, atrocità e altri crimini: azioni che mettono noi tutti in pericolo». A dirlo è stato António Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite, in occasione della Giornata mondiale dei diritti umani, celebrata ieri in tutto il mondo. Ricorrenze, che spesso suonano retoriche. Ma quest’anno la commemorazione ha un significato particolare perché segna l’inizio della celebrazione, che durerà l’intero anno, del settantesimo anniversario dell’adozione della Dichiarazione universale dei Diritti umani siglata a Parigi nel 1948, cardine del diritto moderno. E se è vero che gli abusi non sono cessati dopo l’adozione della Dichiarazione, «ha comunque aiutato moltissimi a ottenere maggiore libertà e sicurezza», ha sottolineato ancora Guterres.
Anche Amnesty International nel suo ultimo report ha posto l’accento sulla necessità di proteggere con maggiore forza tutti coloro che con il loro lavoro e impegno si battono contro le discriminazioni. Le categorie sono le più diverse. Operatori umanitari che lottano per il diritto delle donne all’aborto negli Stati Uniti, attivisti che in Siria chiedono libertà di espressione e di informazione, sindacalisti che in Sudamerica pretendono il rispetto delle leggi per i lavoratori. Nessuno è al sicuro, soprattutto 703 le minacce contro i difensori dei diritti umani Europa
Medio Oriente e Nord Africa Asia e il Pacifico
Diritti economici, sociali e culturali Diritti di genere America Repressione
Omicidio 89
Violenza fisica
Abuso Intimidazione giudiziario se si oppone a regimi e dittature. Secondo Human Rights Watch, a contribuire all’instabilità anche l’avanzata dei populismi e di una retorica «basata sull’odio e sulla violenza», come ha indicato Kenneth Roth, direttore generale della Ong statunitense. Un’escalation che preoccupa anche papa Francesco, soprattutto per quanto riguarda l’uso delle armi e di quelle nucleari in particolare. Secondo il Papa, «impegnarsi per la tutela della dignità di tutte le persone, in modo particolare di quelle più deboli e svantaggiate, significa anche lavorare con determinazione per costruire un mondo senza armi nucleari».
Appello di Francesco Il Papa: «Impegnarsi per gli altri significa lavorare per un mondo senza armi nucleari»
@martaserafini