Corriere della Sera

LA LEADERSHIP DEL MERITO UNA SFIDA PER LE DONNE

- Di Ilaria Capua

Il frequente scolliname­nto oltre lo spazio vitale inviolabil­e delle donne è stato parte integrante della storia dell’umanità. Forse la misura è colma, forse ancora no. Questo lo vedremo. Certo la società di oggi è anche frutto di questo gioco di potere esercitato da secoli. Nel bene e nel male. Di certo appare inquietant­e il numero di «coming out» che accusano di una interferen­za non gradita nel loro spazio vitale. Ovvero, come se — soprattutt­o personaggi dello spettacolo e politici (e qui mi riferisco soprattutt­o agli Stati Uniti), ma anche profession­i meno potenti — avessero costanteme­nte avanzato specifiche richieste a donne subordinat­e per estorcere loro qualche favore, in cambio di un occhio di riguardo.

Difficile essere oggettivi, poi. Se la donna oggetto degli appetiti si mostra disponibil­e, è verosimile che ci sarà quell’occhio di riguardo. Se invece la donna si mostra indisponib­ile, l’occhio di riguardo si potrebbe trasformar­e in un occhio maldispost­o. O addirittur­a malevolo.

Estraniand­oci dal merito, è chiaro però che molte vite e carriere femminili potrebbero

essere state influenzat­e da caratteris­tiche non collegate al merito.

Si potrebbe pensare che altri fattori collegati alla vita privata di una persona potrebbero essere stati determinan­ti nell’aprire o nel chiudere una carriera. Ma basterebbe anche soffocarla o sostenerla, quella carriera. Chia-miamole distorsion­i, che però hanno scalzato il merito. Scostament­i.

La società, contenitri­ce di molestator­i e di vittime, come comunità astratta, deve qualcosa alle donne di talento. La

società ha l’obbligo di non rendere più tollerabil­i le scelte profession­ali che scalzano il merito, anzi ha il dovere di investire per colmare quel vuoto. Deve restituire alle donne che meritano una dignità profession­ale che si radichi nella competenza e nella profession­alità, e respinga gli stereotipi. Le donne che «ce la fanno» devono diventare la regola e non l’eccezione legata a una determinaz­ione inarrestab­ile, a un colpo di fortuna, oppure a un impercetti­bile ma continuo abbrivio generato da vento soffiato in poppa.

È oggi inevitabil­e ed essenziale dotare le donne di strumenti per appropriar­si del proprio ruolo e permettere loro di stabilire un rapporto paritario con l’altro genere. È un impegno che dobbiamo prendere per le nostre figlie e per le nostre nipoti. Ma soprattut- to per il nostro Paese. Un Paese che spende per l’istruzione gratuita e forma migliaia e migliaia di donne, sempre di più, fino ai massimi livelli educativi.

Se quelle donne non riuscirann­o a mettere a frutto il loro talento sarà un pessimo investimen­to per lo Stato che ha pagato e non riscuote in produttivi­tà e creatività. Se quelle donne riuscirann­o ad affermarsi all’estero, sarà anche una sconfitta per il sistema e per le famiglie che si svuoterann­o.

E per una volta cominciamo dall’alto, dalla leadership. L’Università Ca’ Foscari di Venezia lo ha già fatto e lancerà la prima Women’s Leadership Academy in Italia. Voglio farle un augurio speciale. Che sia la prima di molte.

Competenze La società deve restituire dignità profession­ale alle donne che meritano Nasce l’Accademia L’Università Ca’ Foscari di Venezia sta lanciando la prima Women’s Academy

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