Corriere della Sera

Il portierone e la sua mamma

- Di Cristiano Gatti

La vera storia della domenica? Potrebbe essere quella di una madre che sale in treno da Roma a Verona per vedere la Maggica, una donna che da sempre racconta al figlio «se mi taglio esce sangue gialloross­o dalle vene». Questa donna si siede in tribuna e per una volta divide il cuore in due, come in una sublime metafora di Platone. Il cuore romanista guarda con occhi appassiona­ti la Roma, il cuore di mamma guarda con occhi languidi quel suo amato figlio portiere, piazzato dal destino proprio in mezzo ai pali del Chievo. In tanti ci raccontera­nno che la storia più strana della domenica sta nell’incredibil­e ramadan profano delle big, tutte a digiuno di gol nella stessa giornata. Ma se la Roma in fatto di gol ha già il braccino di suo, la più spilorcia delle grandi, questa volta ha una ragione precisa, con nome e cognome: Stefano Sorrentino. L’omonimo regista sferza Roma nella «Grande Bellezza», lui è un semplice portiere di tipo vintage, 38 anni riproposti sempre come nuovi: data la situazione, decide di sferzare Roma con la «Grande prodezza». Almeno 4 miracoli, tanto per chiudere la porta e buttare via la chiave. Tanto per concludere che i miracoli della parata senior non sono copyright Buffon. E tanto perché le due metà sedute in tribuna, la madre e la tifosa, tornino a casa senza rivolgersi la parola.

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