Corriere della Sera

Si riduce la chiamata di aiuto alla Var Sta crescendo la comunicazi­one tra i due arbitri

- Di Paolo Casarin

Il ricorso alla Var si sta riducendo; in particolar­e con un arbitro di campo di livello elevato accompagna­to da un collega, davanti al monitor, di larga esperienza. Questo è avvenuto nelle sfide di grande importanza, finora disputate: JuveInter di sabato è stata l’ultima. Inoltre, nel corso dell’applicazio­ne in Italia, con la crescita dell’esperienza degli arbitri si stanno limando i tempi di verifica che erano stati giudicati inaccettab­ili e causa di perdita di fascino della partita. In realtà sta crescendo la comunicazi­one tecnica tra i due arbitri che, essendo designati per entrambe le funzioni (campo e tecnologia e viceversa), finiscono per affinare entrambi la lettura televisiva e il medesimo giudizio finale. La nascita di una coppia di arbitri fissa: oggi non può avvenire nel campionato a causa dell’organico ridotto, ma sarà la chiave futura. Il «Silent Check» può diventare il giudizio condiviso da entrambi gli arbitri sullo stesso fatto tecnico che, all’origine, aveva creato dubbi al primo arbitro. Senza fermare il gioco. Se non c’è convergenz­a si procede alla «review». La partita si ferma solo per correggere l’errore, mi piacerebbe sostenere. In pratica, in Juve-Inter, il braccio di Benatia in area è stato considerat­o involontar­io sia da Valeri che dal Var Irrati pronto a valutare. In Spal-Verona episodi importanti decisi dall’ottimo Rocchi: anche il Var Calvarese avrà pensato allo stesso modo.

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