Futuro Buffon dal giallo labiale alla priorità bianconera
Cosa farà da grande Gigi Buffon? Le telecamere di Premium hanno rapito una conversazione a bordo campo tra il portierone e Piero Ausilio, d.s. dell’Inter, prima del derby d’Italia e, cercando di cogliere il labiale, avrebbero intuito che il capitano non sarebbe così sicuro di smettere a fine stagione. Le cose, in realtà, non sono cambiate. Buffon ha ancora voglia e chi gli sta vicino sa bene quanto abbia sofferto a non giocare contro gli spallettiani, ma al momento esiste una sola condizione per vederlo in campo anche nel 2018-19: che la Juventus vinca la Champions League. In quel caso Buffon è già d’accordo con il presidente Agnelli per allungare il contratto di un anno e giocare il Mondiale per club. Un’ipotesi al momento non così probabile visto che solo oggi saranno sorteggiati gli
ottavi della Coppa e il cammino verso Kiev è lungo e pieno di ostacoli. Ma non bisogna neppure trascurare che la Juve ha raggiunto due finali nelle ultime tre edizioni. Più difficile, invece, che Gigi cambi idea. La tentazione, assicurano, ci sarebbe. O, almeno, ogni tanto fa capolino. Ma ha capito che, all’alba dei quarant’anni, è arrivato il momento di fare altro. Dove? E con chi? Sono le domande di questi giorni. Juve e Nazionale, le sue squadre di riferimento, potrebbero proporgli un incarico. «Può fare qualsiasi cosa», ha spiegato Marotta, che qualche giorno fa ha invitato Gigi e il suo storico procuratore Silvano Martina a prendere un caffè nella nuova sede proprio per parlare del domani. La Juve, approfittando del vuoto di potere in Federcalcio, dove non c’è né un presidente né l’allenatore, cerca di non farsi sfuggire il simbolo dell’ultimo pezzo di storia. Buffon vuole un ruolo attivo e non di semplice rappresentanza. Allenatore? Dirigente? Di sicuro più tempo per la famiglia e i figli e come prima mossa un corso intensivo di inglese.