Corriere della Sera

Putin annuncia il ritiro dei soldati

A Bruxelles gelo tra l’israeliano Netanyahu e il capo della diplomazia europea Mogherini

- Di Paolo Valentino

Una frenetica giornata di diplomazia mediorient­ale a tutto campo. Con il premier israeliano Benjamin Netanyahu a Bruxelles, il presidente palestines­e Abu Mazen al Cairo e Istanbul, Vladimir Putin impegnato in un giro di campo a braccia alzate tra Damasco, Egitto e Turchia, per proclamare «missione compiuta» in Siria e profilarsi come arbitro della pace prossima ventura.

Come in una commedia di Ionesco, dove si parla senza interloqui­re, Netanyahu e Federica Mogherini hanno confermato la distanza scavata tra Europa e Israele dalla decisione di Donald Trump di riconoscer­e anche nei fatti Gerusalemm­e come capitale dello Stato ebraico.

«Credo che anche la maggior parte dei Paesi della Ue finirà per trasferire la propria ambasciata a Gerusalemm­e, che da 3 mila anni è la capitale del popolo ebraico», ha detto il primo ministro, secondo il quale «solo riconoscen­do la realtà dei fatti», come ha fatto il presidente americano, si può dare una base solida alla pace. «Può aspettarse­lo da altri Paesi, perché da quelli della Ue questo gesto non verrà — ha replicato seccamente l’Alto rappresent­ante —, per noi la sola soluzione realistica al con- flitto israelo-palestines­e è basata sui due Stati con Gerusalemm­e capitale di entrambi». L’Europa, ha aggiunto Mogherini, «continuerà a rispettare il consenso internazio­nale» sullo status di Gerusalemm­e, fino a quando esso non sarà risolto «attraverso negoziati diretti tra le due parti». Mogherini è stata però molto netta nel «condannare tutti gli attacchi contro gli ebrei, ovunque nel mondo, compreso in Europa, contro Israele e i suoi cittadini», riferendos­i anche all’ondata di attentati e manifestaz­ioni antisemite registrati negli ultimi giorni. L’attesa degli europei è ora per l’annunciata iniziativa di pace americana, di cui ancora si ha traccia. «Sia la prospettiv­a che la cornice non sembrano ancora a punto». ha commentato Mogherini. Mentre il ministro degli Esteri francese, Jean-Yves Le Drian, ha detto che, se Washington non tirasse fuori una proposta concreta «forse toccherebb­e alla Ue prendere l’iniziativa».

Nel tentativo di consolidar­e un fronte regionale contro la decisione della Casa Bianca su Gerusalemm­e, il leader palestines­e Abu Mazen era ieri al Cairo, dove ha incontrato sia il presidente Al Sisi, in passato mediatore decisivo tra israeliani e palestines­i, che il capo della Lega araba. In serata, Abu Mazen è arrivato ad Ankara per un colloquio con Erdogan, che in questi giorni è stato forse il più duro dei leader islamici contro l’annunciato trasferime­nto dell’ambasciata Usa. Oltre le parole di condanna, i palestines­i si aspettano, però, misure diplomatic­he concrete dai Paesi «fratelli».

Nel Medio Oriente in subbuglio, è arrivato ieri anche Vladimir Putin, che si vuole nuovo «playmaker» dell’ordine regionale. Prima tappa a Damasco per incontrare il suo protetto Assad e poi visita a sorpresa nella base militare russa di Latakia, dove il leader del Cremlino ha dichiarato «chiusa» la missione di guerra siriana con la vittoria sull’Isis, annunciand­o il prossimo ridimensio­namento (non il ritiro) del dispositiv­o militare russo dal Paese: «La madre patria è fiera di voi», ha detto ai soldati Putin, che è poi ripartito alla volta del Cairo e di Istanbul. Con Sisi, il presidente russo ha parlato anche della Libia, confermand­o il ruolo ambito da Mosca nella stabilizza­zione del Paese. Con Erdogan, l’ex nemico ora alleato, il tema centrale è stato di nuovo la Siria: «Spero che insieme a Turchia e Iran si possa riportare la pace e lanciare un processo politico per stabilizza­re la situazione».

 ??  ?? A Bruxelles Bibi Netanyahu, 68 anni, e Federica Mogherini, 44
A Bruxelles Bibi Netanyahu, 68 anni, e Federica Mogherini, 44
 ??  ?? A Latakia Assad, 52 anni, e Putin, 65
A Latakia Assad, 52 anni, e Putin, 65

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