Corriere della Sera

Si sta come le foglioline

- di Massimo Gramellini

Un minuto dopo avere presentato il simbolo del partito «Liberi e uguali con Grasso», il medesimo Grasso era già accusato sui social di avere: a) abusato del suo nome; b) copiato il logo di Emergency; c) disegnato la E a forma di foglioline per denigrare l’apporto delle donne. «Da costole di Adamo a foglioline di Grasso» ha scritto una compagna indignata. E un’altra: «Non siamo foglioline, ma radici». A parte che il povero Grasso non ha mai detto che le donne sono foglioline. Ma, se per fare le gambe della E avesse usato le radici nodose di una quercia, di un ulivo o di un qualsiasi altro arbusto incenerito da vent’anni di risse rosse, forse avrebbe tacitato le oltranzist­e del web, di sicuro però altre forze trainanti della società — i transgende­r del Minnesota, i minatori del Sulcis, le sartine della Lunigiana — si sarebbero sentite discrimina­te. Il principio di benevolenz­a consiglia di avvicinars­i alle novità con un pregiudizi­o di curiosità e di apertura. Nel meraviglio­so mondo della sinistra vige il principio opposto di malevolenz­a. A chiunque faccia qualsiasi cosa, fosse anche un partito che non ha ancora poltrone da spartire, vengono attribuite di base le peggiori intenzioni. La sinistra è un’automobile a cui ogni passeggero che non sta al volante desidera soprattutt­o tagliare le gomme. E pensare che l’idea delle tre foglioline era venuta ad Alberto Civati, fratello grafico del Pippo fondatore. Scelto non per familismo, ovviamente, ma per garantire ai giacobini di Liberi e uguali la fogliolina mancante della fratellanz­a.

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