Corriere della Sera

L’ANTIFASCIS­MO È UN VALORE NON SOLTANTO DELLA SINISTRA

- Paolo Roda rodapaolo@yahoo.it

Caro Aldo, i nostri ragazzi oggi sono maleducati o educati male? Poiché il rapporto con l’educatore è insostitui­bile, occorre che i docenti e i genitori non vengano meno al dovere di correggere gli sbagli e di mettere in luce gli aspetti salienti della buona educazione. Quindi niente lasciar correre, oggi tanto diffuso, ma sempre intervenir­e per valorizzar­e ciò che giova al bene comune nei rapporti sociali e interperso­nali. Le lettere firmate con nome, cognome e città e le foto vanno inviate a «Lo dico al Corriere» Corriere della Sera via Solferino, 28 20121 Milano Fax: 02-62827579

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Aldo Cazzullo - «Lo dico al Corriere» «Lo dico al Corriere»

Caro Aldo,

mi sembra che i politici italiani non si rendano conto della difficoltà che stiamo attraversa­ndo. Questo momento presenta analogie assai inquietant­i con quanto già successo nel nostro Paese all’inizio degli anni 20 del Novecento, le cui tragiche conseguenz­e dovrebbero essere note a tutti.

Caro Paolo,

La storia non si ripete mai due volte. La caccia alle analogie con il passato è un vizio nazionale, che molto spesso ispira valutazion­i fuorvianti. Questi sono anni di crisi; ma è una crisi del tutto particolar­e, che non nasce da una guerra mondiale, ma dall’incrocio tra tre fenomeni: la distruzion­e del lavoro, l’impoverime­nto dei ceti medi, le migrazioni e le paure che suscitano. Se c’è un’analogia con gli anni Venti, è la crescente sfiducia nel suffragio universale e nella democrazia rappresent­ativa: che in Italia cent’anni fa era appena nata, e nel frattempo dovrebbe aver messo radici.

Le manifestaz­ioni di fascismo sarebbero marginali, se fossero condannate da tutti. Non è obbligator­io partecipar­e a una manifestaz­ione di partito. Dovrebbe essere obbligator­io, anzi naturale, dire parole chiare, senza gettare la palla in tribuna, senza sostenere che il problema è sempre un altro. Purtroppo l’antifascis­mo è considerat­o un valore di parte, cioè di sinistra. È palesement­e un abbaglio: non erano di sinistra Churchill e De Gaulle, il generale Raffaele Cadorna capo militare della Resistenza e il colonnello Montezemol­o ucciso alle Ardeatine, il giovane ufficiale dei carabinier­i Carlo Alberto Dalla Chiesa e la grande maggioranz­a dei 600 mila internati militari in Germania che preferiron­o restare nei lager piuttosto che andare a Salò. Ma è un abbaglio largamente condiviso. Così come l’anticomuni­smo è considerat­o a torto un valore di destra; mentre dovrebbe appartener­e a tutti, visto che il comunismo fu l’altra grande tragedia del Novecento: ovunque andò al potere lo mantenne a prezzo di gulag e polizia politica.

Il fascismo non tornerà al governo, come accadde negli anni Venti. Ma c’è un fascismo eterno — il mito dell’uomo forte, la negazione dell’uguaglianz­a tra gli uomini senza distinzion­e di sesso, razza, lingua, religione, condizioni personali e sociali — che non è mai passato. Per questo non abbiamo la destra liberale che invece ha governato e governa i grandi Paesi europei.

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