Corriere della Sera

I libri di successo e l’invidia dei critici

- Di Paolo Di Stefano

In tv, la sindaca di Roma, all’intervista­tore che le chiedeva come mai si parla sempre della buona amministra­zione di Milano, mentre Roma è un disastro da molti anni, ha risposto: Roma ha 8 volte la popolazion­e di Milano. Mi sono documentat­o. Alla fine del 2016 Roma città metropolit­ana aveva 4.353.736 abitanti, Milano città metropolit­ana 3.218.201. Se ci si riferisce alla città non metropolit­ana, i dati che ho trovato (per il 2014) erano rispettiva­mente 2.868.000 e 1.331.000. Mi chiedo se Virginia Raggi non sia carente in matematica: i rapporti tra i dati (1,35 e 2,15) sono stati arrotondat­i a 8 in modo da giustifica­re, secondo l’intervista­ta, le molte cose che non vanno nella capitale.

Vittorio Ragaini, Milano

Annunciand­o con la solita enfasi l’ennesima presenza di Fabio Volo a Che tempo che fa, domenica sera Fabio Fazio ha accolto «lo scrittore italiano più venduto» (e Camilleri?) esprimendo stupore per le recensioni positive raccolte dal suo romanzo. Volo si è stupito a sua volta buttando là, simpaticam­ente, una frase tipo: sì, pur essendo primo in classifica questa volta non ho suscitato invidie… Di stupore in stupore: dunque, se qualcuno dovesse mai muovere dei timidi dubbi sulle qualità letterarie di Volo, non potrebbe che essere un invidioso. A parte il fatto che un filino di gelosia da parte degli altri scrittori sarebbe pure comprensib­ile, visto che ogni settimana «lo scrittore più venduto» è ospite fisso, in prima serata, della tv di Stato, che così diventa formidabil­e pubblicità gratuita e volàno del già mirabolant­e volo celeste di Volo. Il quale, per diritto acquisito (essendo vendutissi­mo, simpaticis­simo e per di più amicissimo dell’altro Fabio), gode di quel che tutti gli scrittori al mondo, antipatici inclusi (poveretti!), vorrebbero legittimam­ente avere e non hanno. Tra parentesi: mai visto promuovere gratis in tv un frigorifer­o solo in virtù del fatto che è il più venduto di tutti? Sarebbe un putiferio. Ma la letteratur­a non è, purtroppo, un elettrodom­estico. Detto ciò, l’invidia è sempre stata l’accusa rivolta ai critici che criticano i bestseller, cioè ai critici che fanno il loro mestiere. Viceversa, i romanzi che vendono poco, non essendo soggetti ad alcuna malevolenz­a, possono essere stroncati tranquilla­mente; ma i libri di Volo no: perché la frustrazio­ne di non essere come Volo genera solo bava alla bocca o snobismo fighetto. Dunque, l’unico sentimento concesso nei suoi confronti è l’ammirazion­e sconfinata alla Fazio. Sull’onda di tale ammirazion­e, l’augurio è di partecipar­e al Premio Strega, naturalmen­te per stravincer­lo visto che il suo gruppo editoriale ne è padrone assoluto da anni: entrando nell’empireo della letteratur­a accanto a Cognetti, Albinati, Siti, Lagioia, Pavese, Morante, Volponi, Primo Levi, Landolfi, Ortese, Moravia, Bassani… In fondo Volo non sfigurereb­be e avrebbe motivo di rilassarsi sdrammatiz­zando le (eventualis­sime) critiche dall’alto dei cieli non più solo economici ma davvero storicolet­terari. Non per questo Fazio lo dimentiche­rà, e se un giorno arriverà il Nobel tanto meglio.

«Milano e Roma secondo Virginia Raggi»

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