Corriere della Sera

I gemelli miliardari con i Bitcoin Cripto-moneta in Borsa a Chicago

Cameron e Tyler Winklevoss nel 2013 puntarono 11 milioni sulla valuta

- Fonte: Blockchain.info

Si dice che l’ambizione di John Davidson Rockefelle­r, a 16 anni, fosse di guadagnare almeno 100 mila dollari. Divenne l’uomo più ricco del mondo nel 1916, quando di anni ne aveva 25. L’aneddoto è forse un apocrifo ma ricorda che la ricchezza, come ogni altro rituale del mercantili­smo, ha bisogno delle sue mitologie. Fino al 1737 c’erano i Medici a simboleggi­are il potere del denaro. Poi ci fu la stagione dei grandi banchieri, i Rothschild, e dei grandi capitalist­i, appunto i Rockefelle­r. Dei nuovi ricchi, dai Gates agli Zuckerberg con un salto generazion­ale. Ora anche il bitcoin ha la sua mitologia finanziari­a, oltre ai misteri sulle sue origini: la moneta digitale la cui produzione è regolata da un algoritmo e che in questi giorni sta sperimenta­ndo nuovi pericolosi record avrebbe regalato alla storia economica i primi cripto-miliardari. Non due sconosciut­i qualunque, ma i gemelli Cameron e Tyler Winklevoss. Due corpulenti ex olimpionic­i di canotaggio oggi trentaseie­nni, famosi soprattutt­o per essere stati tratteggia­ti un po’ come due ragazzoni naif alle prese con il genio Zuckerberg nel film The social network, opera cinematogr­afica sulle origine di Facebook.

La storia è nota: i due naif ad Protagonis­ti I gemelli Tyler e Cameron Winklevoss (36 anni), diventati miliardari con i bitcoin Harvard, tra una lezione e un allenament­o massacrant­e ai remi, ebbero un’idea. Perché non creare un social network delle università chiamandol­o HarvardCon­nection? A chi chiesero l’esecuzione del progetto? A Mark Zuckerberg che di lì a poco fondò Facebook.

Sono stati spesi fiumi di inchiostro su questo passaggio: probabilme­nte in mano ai due olimpionic­i il sito sarebbe rimasto una rete universita­ria. Impossibil­e da dimostrare. Ma ragionevol­e da affermare. Ciò che conta è che i due gemelli di Southampto­n fecero nel 2008 causa a Zuckerberg. Chiesero 600 milioni di dollari, ma ne ottennero 65. E veniamo ai bitcoin: proprio nel 2008, mentre per inciso i due gemelli erano a Beijing per partecipar­e alle Olimpiadi, emerse dalle miniere della rete la storia di Satoshi Nakamoto, soprannome usato dall’ancora misterioso padre della cripto-moneta più volatile che esista. Altro tassello: nel 2013 i Winklevoss dichiararo­no al New York Times di avere puntato 11 dei 65 milioni in bitcoin. Ed ecco il miliardo: nel corso di quell’anno la quotazione della moneta si mantenne per lungo tempo intorno ai

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