Un fiore delicato in attesa degli Oscar
In qualche modo era nell’aria, dopo i consensi e i riconoscimenti di questi ultimi tempi, ma tre nomination così pesanti — miglior film, miglior attore protagonista e non protagonista, nella categoria «drama» — fanno sempre un bell’effetto. Soprattutto per l’eccellenza dei competitor: Dunkirk di Nolan, The Post di Spielberg, La forma dell’acqua di Del Toro e Tre manifesti a Ebbing, Missouri di McDonagh (gli ultimi due già premiati a Venezia). Contro di loro Luca Guadagnino rischia di fare la figura di Davide contro Golia perché gli altri film hanno dalla loro produzioni imponenti o nomi di primissima grandezza mentre Chiamami col tuo nome può sembrare un’opera di «nicchia», minimalista: racconta la scoperta della propria (omo)sessualità da parte di un adolescente durante un’estate italiana, senza drammi o particolari traumi, ma con una delicatezza e una sincerità sorprendenti. Quasi un anno fa, al Sundance e poi al Festival di Berlino, il film aveva conquistato i primi applausi e aveva spinto la Sony a costruirgli un percorso protetto, capace di non bruciare le tappe e di far crescere le aspettative. Come un fiore raro da preservare. Che adesso può finalmente alzare la testa con queste tre prestigiose nomination. In attesa di sbocciare definitivamente con gli Oscar.