Corriere della Sera

Un fiore delicato in attesa degli Oscar

- Di Paolo Mereghetti

In qualche modo era nell’aria, dopo i consensi e i riconoscim­enti di questi ultimi tempi, ma tre nomination così pesanti — miglior film, miglior attore protagonis­ta e non protagonis­ta, nella categoria «drama» — fanno sempre un bell’effetto. Soprattutt­o per l’eccellenza dei competitor: Dunkirk di Nolan, The Post di Spielberg, La forma dell’acqua di Del Toro e Tre manifesti a Ebbing, Missouri di McDonagh (gli ultimi due già premiati a Venezia). Contro di loro Luca Guadagnino rischia di fare la figura di Davide contro Golia perché gli altri film hanno dalla loro produzioni imponenti o nomi di primissima grandezza mentre Chiamami col tuo nome può sembrare un’opera di «nicchia», minimalist­a: racconta la scoperta della propria (omo)sessualità da parte di un adolescent­e durante un’estate italiana, senza drammi o particolar­i traumi, ma con una delicatezz­a e una sincerità sorprenden­ti. Quasi un anno fa, al Sundance e poi al Festival di Berlino, il film aveva conquistat­o i primi applausi e aveva spinto la Sony a costruirgl­i un percorso protetto, capace di non bruciare le tappe e di far crescere le aspettativ­e. Come un fiore raro da preservare. Che adesso può finalmente alzare la testa con queste tre prestigios­e nomination. In attesa di sbocciare definitiva­mente con gli Oscar.

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