La cifra del toro Simbolo e rito nell’arte di Balzano
Potremmo dire che tutto è cominciato con Hemingway. O, meglio, che tutto sembra essere uscito dalle pagine di Morte nel pomeriggio (1932), il romanzo-saggio in cui lo scrittore aveva descritto una «tragedia-spettacolo» chiamata corrida. Siamo nel 2006 e Christian Balzano (Livorno, 1969) è un artista ancora tradizionale (prima un diploma di Maestro d’arte del vetro e del cristallo, poi l’Accademia) sia pure già impegnato «nella rappresentazione di tematiche sociali e antropologiche». Basta, però, un viaggio in Costarica, con relativa tauromachia in una plaza de toros di San José per rimanere conquistato da quel «rito sanguinario», proprio come era accaduto a Picasso e Manet. Da allora il toro (quasi sempre rappresentato nell’atto di attaccare) è diventato uno dei simboli più amati e frequentati da Balzano. Lo conferma ulteriormente la mostra Resilienza (curata da Marco Bazzini e organizzata in collaborazione con Boxart Verona) aperta da domani, fino al 27 aprile, a Milano, nella sede di Banca Generali Private Banking (Piazza Sant’Alessandro 4; orari: martedì, mercoledì e giovedì, 14.3018.30 oppure su appuntamento, www.bancagenerali.com). Una mostra che fa parte di un progetto più ampio «volto alla ricerca di proposte originali e inedite in ambito artistico, per offrire differenti punti di vista e nuovi spunti di riflessione al fianco della cultura» come ha spiegato Gian Maria Mossa, amministratore delegato di Banca Generali.
Una trentina i lavori (dal 2009 a oggi) esposti, in cui il toro compare più volte (su fondo d’oro oppure come enorme testa scolpita ricoperta di corni rossi). E sarà sempre un toro il soggetto della statua (dorata, 3 metri e mezzo di altezza, un piedistallo specchiante) che l’artista realizzerà nei primi mesi del 2018 per una piazza (centrale) di Milano. Una ripetizione che però (come accade per altri simboli cari a Balzano, ad esempio i grandi lampadari delle case alto-borghesi) è anche «depotenziamento e negazione» della mitologia che si è creata intorno al toro sin dall’antichità, dalle pitture rupestri alla civiltà greca.
La rassegna (Catalogo Gli Ori, pp. 192, 32) ripercorre, spiega Bazzini, «il percorso artistico di Balzano alla ricerca di una riflessione profonda sull’essere umano immerso nel tempo presente» (come Io siamo Londra o Io siamo New York, mappe di metropoli ricostruite sovrapponendo i contorni di paesi poveri). Mentre il titolo dell’esposizione, Resilienza, «fa riferimento alla capacità di reagire e di rialzarsi più forti senza lasciarsi abbattere dalle difficoltà e dalle avversità dettate dal destino». Un titolo necessario visto che, secondo Balzano, l’arte «è da sempre una delle forme di resilienza più antiche».