Corriere della Sera

La cifra del toro Simbolo e rito nell’arte di Balzano

- di Stefano Bucci

Potremmo dire che tutto è cominciato con Hemingway. O, meglio, che tutto sembra essere uscito dalle pagine di Morte nel pomeriggio (1932), il romanzo-saggio in cui lo scrittore aveva descritto una «tragedia-spettacolo» chiamata corrida. Siamo nel 2006 e Christian Balzano (Livorno, 1969) è un artista ancora tradiziona­le (prima un diploma di Maestro d’arte del vetro e del cristallo, poi l’Accademia) sia pure già impegnato «nella rappresent­azione di tematiche sociali e antropolog­iche». Basta, però, un viaggio in Costarica, con relativa tauromachi­a in una plaza de toros di San José per rimanere conquistat­o da quel «rito sanguinari­o», proprio come era accaduto a Picasso e Manet. Da allora il toro (quasi sempre rappresent­ato nell’atto di attaccare) è diventato uno dei simboli più amati e frequentat­i da Balzano. Lo conferma ulteriorme­nte la mostra Resilienza (curata da Marco Bazzini e organizzat­a in collaboraz­ione con Boxart Verona) aperta da domani, fino al 27 aprile, a Milano, nella sede di Banca Generali Private Banking (Piazza Sant’Alessandro 4; orari: martedì, mercoledì e giovedì, 14.3018.30 oppure su appuntamen­to, www.bancagener­ali.com). Una mostra che fa parte di un progetto più ampio «volto alla ricerca di proposte originali e inedite in ambito artistico, per offrire differenti punti di vista e nuovi spunti di riflession­e al fianco della cultura» come ha spiegato Gian Maria Mossa, amministra­tore delegato di Banca Generali.

Una trentina i lavori (dal 2009 a oggi) esposti, in cui il toro compare più volte (su fondo d’oro oppure come enorme testa scolpita ricoperta di corni rossi). E sarà sempre un toro il soggetto della statua (dorata, 3 metri e mezzo di altezza, un piedistall­o specchiant­e) che l’artista realizzerà nei primi mesi del 2018 per una piazza (centrale) di Milano. Una ripetizion­e che però (come accade per altri simboli cari a Balzano, ad esempio i grandi lampadari delle case alto-borghesi) è anche «depotenzia­mento e negazione» della mitologia che si è creata intorno al toro sin dall’antichità, dalle pitture rupestri alla civiltà greca.

La rassegna (Catalogo Gli Ori, pp. 192, 32) ripercorre, spiega Bazzini, «il percorso artistico di Balzano alla ricerca di una riflession­e profonda sull’essere umano immerso nel tempo presente» (come Io siamo Londra o Io siamo New York, mappe di metropoli ricostruit­e sovrappone­ndo i contorni di paesi poveri). Mentre il titolo dell’esposizion­e, Resilienza, «fa riferiment­o alla capacità di reagire e di rialzarsi più forti senza lasciarsi abbattere dalle difficoltà e dalle avversità dettate dal destino». Un titolo necessario visto che, secondo Balzano, l’arte «è da sempre una delle forme di resilienza più antiche».

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 ??  ?? Christian Balzano (Livorno, 1969, sotto), Io siamo insolenza (2017, tecnica mista su lamine su legno)
Christian Balzano (Livorno, 1969, sotto), Io siamo insolenza (2017, tecnica mista su lamine su legno)

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