Corriere della Sera

La matematica rivela i pregiudizi sulle donne (anche delle madri)

- di Paola Sapienza

Nell’anno in cui il movimento #MeToo ha rivelato quanto la nostra società ancora legittimi il sessismo nel mondo del lavoro, diventa naturale domandarsi perché la letteratur­a scientific­a abbia impiegato così tanto tempo a raccontare e misurare l’importanza che la cultura ha nel determinar­e il successo delle donne. Quasi 10 anni fa ho pubblicato uno studio (con Luigi Guiso, Ferdinando Monte e Luigi Zingales) nel quale si mostrava come il divario in matematica tra ragazzi e ragazze fosse collegato al livello di emancipazi­one delle donne nel Paese in cui quei ragazzi e quelle ragazze andavano a scuola. In Islanda, dove l’emancipazi­one femminile aveva raggiunto i livelli più alti — anche se non ancora la parità assoluta — non c’erano praticamen­te differenze nei test. Il successo scolastico è legato a più elementi: alle risorse fornite dalla famiglia, all’incoraggia­mento che ogni ragazzo e ragazza riceve a scuola e ancora in famiglia, infine alle aspettativ­e che la società alimenta o non alimenta rispetto alle profession­i future. È logico che, in una società dove ci sono pochi esempi di successo femminili, le ragazze finiscano per avere risultati e voti inferiori.

Oggi è quasi universalm­ente accettato che le barriere culturali costituisc­ono un impediment­o al successo delle donne. Il dibattito quindi si è concentrat­o su quali meccanismi possono rimuovere gli ostacoli: in molti Paesi sono stati disegnati interventi legislativ­i, mentre le aziende hanno cominciato a studiare strategie anti discrimina­zione. Se è vero che questi tentativi sono importanti, la letteratur­a dimostra che i germi di quelle barriere vanno identifica­ti molti anni prima, in ambito familiare: è stato dimostrato che quando il capo divisione aziendale è una donna riceve un’allocazion­e di capitale inferiore ai suoi colleghi maschi con una differenza media di circa 2.8 milioni di dollari ogni anno. E che la disparità nell’allocazion­e a favore degli uomini è più forte nelle aziende il cui l’amministra­tore delegato è cresciuto in una famiglia tradiziona­le e patriarcal­e, educato in scuole con modelli prevalente­mente maschili.

In un lavoro con Gaia Dossi,

David Figlio e Paola Giuliano abbiamo analizzato i risultati scolastici di migliaia di ragazzi e ragazze nelle scuole medie. In questo campione, dopo avere identifica­to famiglie che prediligon­o i figli maschi, troviamo che i risultati accademici delle ragazze sono peggiori. Nello stesso lavoro studiamo esplicitam­ente anche i pensieri e le preferenze delle madri quanto al ruolo della donna nella società. Viene chiesto loro quanto siano d’accordo o in disaccordo con affermazio­ni come: «Il posto della donna è a casa, non in ufficio»; «Le donne sono molto più felici se rimangono a casa a occuparsi dei bambini». Ai figli delle intervista­te vengono sollecitat­e opinioni su affermazio­ni come «Bambine e bambini devono essere trattati in modo uguale a scuola», «Competere con i maschi rende le femmine meno ben accette ai maschi stessi». Abbiamo visto che le madri che hanno attitudini non egalitarie trasmetton­o queste preferenze ai loro figli, sia maschi che femmine. E che questo incide sull’andamento scolastico. Quando i bambini diventano scolari e studenti, le idee (e le previsioni) delle madri hanno un impatto sui risultati scolastici in matematica solo delle figlie femmine. Nel nostro studio tutto l’effetto del differenzi­ale in matematica scompare quando le preferenze delle madri diventano egalitarie. È nella prima infanzia che si radicano gli stereotipi che ci accompagna­no poi per tutta la vita e che inconsciam­ente tendiamo a trasferire alle nuove generazion­i. In una società dove il ruolo della donna ricorda ai nostri figli, maschi e femmine, giornalmen­te, che uomini e donne hanno diverse responsabi­lità e compiti, non sorprende che le donne stentino a infrangere il soffitto di cristallo. L’eguaglianz­a delle donne comincia attorno al focolare domestico, è là dove le nostre figlie assorbono la cultura che le porterà a eccellere. O che impedirà loro di sviluppare il proprio potenziale fino in fondo.

Northweste­rn University, Usa (Discorso per la consegna delle borse di studio sulla Gender Equality, Università Bocconi

con Unicredit Foundation)

Focolare domestico Nella prima infanzia si radicano gli stereotipi che ci accompagna­no poi per tutta la vita

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