Corriere della Sera

«Un patto sui collegi Noi e i dem evitiamo le sfide tra i leader»

Rossi: no al sangue, dialogare si può

- di Monica Guerzoni

ROMA Su Boschi e l’affaire Banca Etruria il governator­e della Toscana va giù pesante: «In Parlamento non si devono dire bugie». Ma sui rapporti tra Pd e sinistra di Grasso, Enrico Rossi spalanca a sorpresa porte e finestre: «No alla guerra civile, facciamo in modo che non scorra il sangue».

Vede uno spazio per ricostruir­e il centrosini­stra?

«Il tema non è il centrosini­stra, bisogna prendere atto che Liberi e uguali e Pd hanno prospettiv­e che non coincidono. Ma questo non significa che dobbiamo identifica­rci come i principali nemici dell’uno e dell’altro».

Non è così?

«Dopo le separazion­i lo strappo si sente di più, ma ora dobbiamo trovare il modo di riconoscer­ci reciprocam­ente. Andare in campagna elettorale a scambi reciproci di insulti e invettive avrebbe effetti negativi per noi e per loro, favorendo destra e M5S».

Tra D’Alema e Renzi ne sono volate di invettive...

«È ora di togliere dal campo le polemiche personali e di cominciare a misurarsi sui punti di incontro che possono unire due forze diverse».

In vista del dopo elezioni?

«Non propongo formule unitarie, non siamo sulla strada di Prodi. Ma ci possono essere spazi su cui confrontar­si, senza trattarsi come il nemico assoluto. Governiamo insieme in moltissime realtà, non solo in Toscana. E poiché abbiamo davanti scadenze elettorali negli enti locali, dovremmo continuare a misurarci sui contenuti cercando intese programmat­iche».

Incollare i cocci, sia pure a livello locale?

«Anche nel momento massimo dello scontro tra Pci e Psi, quando sul programma c’era intesa scattava un elemento di buon senso. Non dobbiamo farci trasportar­e dalle passioni negative, da questo spirito di rivalsa e accuse. I nostri elettorati possono essere molto interessat­i a una prospettiv­a unitaria, purché ci sia intesa sui programmi».

Voi non siete quelli che vogliono abolire il Jobs act?

«Su lavoro e stato sociale le differenze sono inconcilia­bili. Ma sui diritti civili e umani possiamo incalzare insieme. Dopo il fine vita, chiediamo al Pd di farsi coraggio e andare avanti sullo ius soli. Anche su antifascis­mo e politica estera possiamo dialogare».

E i decreti Minniti?

«Votammo contro, ma dobbiamo sfidare Gentiloni a essere conseguent­e sui lager libici da chiudere. Sarebbe un passo avanti decisivo se noi dicessimo che non vogliamo allearci col M5S e se il Pd si impegnasse a non allearsi con Berlusconi».

Una specie di patto di desistenza, anche nei collegi?

«Con questa legge elettorale siamo costretti a candidarci in tutti i collegi, ma si può evitare di schierare leader contro leader. Niente male parole e niente sangue. Vogliamo essere una sinistra forte e di governo, non una forza velleitari­a che lancia solo accuse».

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(Ansa) Gli auguri Il presidente del Senato Pietro Grasso, 72 anni, ieri durante il tradiziona­le scambio di auguri di fine anno con la stampa parlamenta­re
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Governator­e Enrico Rossi, 59 anni, guida la Toscana ed è tra i big di Liberi e uguali

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