Corriere della Sera

«Net neutrality», nuova sfida di Trump

- Di Massimo Gaggi

Ajit Pai, l’ex lobbista del gigante della telefonia Verizon scelto da Trump per presiedere la Fcc, l’authority federale delle comunicazi­oni, promette che le nuove regole porteranno più concorrenz­a e più trasparenz­a, con vantaggi per tutti. I milioni di americani che fino all’ultimo hanno protestato, nelle piazze e sul web, contro l’abolizione della cosiddetta net neutrality (l’obbligo per i gestori delle «autostrade» digitali di trattare tutti i contenuti in rete allo stesso modo, senza rallentare, velocizzar­e o escludere un sito o una app) temono, invece, che questa sia la morte di Internet. È più probabile che la decisione presa ieri dalla Federal Communicat­ion Commission su base strettamen­te politica (il voto è finito 3 a 2 coi due commissari repubblica­ni schierati con Pai e i due democratic­i fermi nel loro «no»), apra una fase confusa per l’intervento della magistratu­ra che potrebbe impugnare un provvedime­nto giudicato da molti giuristi non adeguatame­nte motivato. Quella che inizia è, insomma, una fase più incerta e non priva di rischi per il consumator­e che, con le nuove regole, potrebbe trovarsi davanti a società di telecomuni­cazioni che gli offrono, a pagamento, pacchetti comprenden­ti solo un ventaglio limitato di accessi ai social media o a canali sportivi o di spettacolo in streaming. Interessan­te per l’Europa che ha la net neutrality (salvo il Portogallo) vedere cosa accadrà negli Usa: i pessimisti già immaginano gestori che rallentano la trasmissio­ne dei film di Netflix e chiedono all’utente di risolvere il problema abbonandos­i a un’altra rete di trasmissio­ne ultraveloc­e. Ma l’atteggiame­nto dei giganti del digitale, da Google a Facebook alla stessa Netflix, sempre contrari all’abolizione della net neutrality ma con un atteggiame­nto divenuto di recente più cauto rispetto al passato, fa immaginare come più probabile uno scenario diverso: i gestori della banda larga non possono fare la guerra alle società della Silicon Valley dalle quali proviene la gran parte dei dati che circolano sulle loro reti. Forse cercherann­o di farsi pagare di più: non un gran problema per gruppi primatisti mondiali in materia di profitti. I guai saranno per le nuove start up, prive dei mezzi finanziari per emergere. Non nasceranno nuove Google e nuove Netflix, insomma. Ma forse non sarebbero nate comunque, visto che Internet è da tempo dominato da giganti che assorbono come idrovore tutte le iniziative promettent­i.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy