Draghi: la crescita è sempre più forte, andremo avanti con l’acquisto dei titoli
Il presidente della Bce: aumentano i consumi, cala la disoccupazione, salgono gli investimenti
«Tutto va nella direzione giusta», dice Mario Draghi. L’economia dell’eurozona cresce più del previsto. E i prezzi registrano «una crescente convergenza verso un’inflazione che si autosostiene nel medio termine». Ciò nonostante, la politica monetaria di stimolo andrà avanti nei termini annunciati un mese e mezzo fa: nessun restringimento in vista. Un quadro positivo che ha una conseguenza, secondo il presidente della Bce: i governi dovrebbero approfittarne per creare «cuscinetti di bilancio» (riserve), «soprattutto nei Paesi ad alto debito pubblico». Chiaro invito all’Italia, innanzitutto.
Draghi parlava alla conferenza stampa che segue le riunioni di politica monetaria del Consiglio dei Governatori della Banca centrale europea. Nell’ultimo incontro dell’anno con i media ha potuto esprimere un ottimismo che non si vedeva da anni. Al punto che, quando parla di crescita economica, la Bce non dice più «ripresa» ma «espansione», vecchio termine caro a un mondo in cui l’economia non subiva frequenti imboscate dalle crisi finanziarie. Ieri Draghi ha anche comunicato le nuove previsioni della Banca centrale. La crescita economica dell’area euro è vista più robusta rispetto a tre mesi fa: al 2,4% nel 2017, poi al 2,3% nel 2018, all’1,9% nel 2019 e all’1,7% nel 2020. Nota il presidente della Bce: crescono i consumi, cala la disoccupazione, salgono gli investimenti delle imprese, ritorna il denaro sulle case, le esportazioni sono sostenute dall’espansione globale. Ci potranno essere rischi da fattori esterni e dai cambi ma non si possono escludere «sorprese positive». Per quel che riguarda l’inflazione, che è il parametro di riferimento della Bce, le previsioni di Francoforte indicano l’1,5% per l’intero 2017 e poi l’1,4, l’1,5 e l’1,7% negli anni successivi. Aumenti dei prezzi ancora lontani dal quasi 2% che è l’obiettivo della Bce. Ma anche qui c’è una novità: i rischi di deflazione sono «scomparsi», ribadisce Draghi, e rispetto a due mesi fa «è calato» il rischio di un’inflazione bassa, sotto l’1%. La Bce può celebrare la sua vittoria.