Tiziano accende X Factor
La finale Su Sky la serata in diretta dal Forum. Duetti dei concorrenti con James Arthur Il voto del pubblico elimina il nigeriano Samuel Storm Corsa a tre per aggiudicarsi il primo posto del talent
Luci, coriandoli e scintille. Il palco da 750 metri quadrati è un abbraccio fisico, con i suoi 250 metri lineari di passerella che corteggiano la platea e la fanno diventare parte della scenografia, esaltata dai braccialetti luminosi del pubblico che si muovono e accendono a tempo di musica. Così la finale di X Factor abbandona la liturgia televisiva per sposare l’effetto concerto davanti agli 8mila spettatori che hanno riempito il Forum di Assago (Milano).
L’ultimo atto del talent di Sky è il solito terno al lotto in versione musicale: se vinci puoi sperare di farti strada (e non è detto), se perdi appendi la chitarra al chiodo. È stato un finale di partita a quattro con un favorito (i Maneskin) e tre che sperano di sovvertire il pronostico (Enrico Nigiotti, soprattutto, Lorenzo Licitra e Samuel Storm, primo eliminato). Alla fine del percorso televisivo in 8 puntate erano rimasti loro a giocarsi la celebrità. La prima sfida è affidata ai duetti con James Arthur vincitore di X Factor UK 2012. E a lasciare la compagnia è il 19enne Samuel Storm che aveva colpito prima che per la voce nera e graffiante per la sua storia personale — è partito dalla Nigeria e ha attraversato deserto e mare con altri 130 migranti per arrivare in Italia.
In attesa di scoprire chi sarà il vincitore tocca a Tiziano Ferro far capire a chi spera di diventare un cantante di professione come si deve fare a prendersi il pubblico. Piazza due brani («Il mestiere della vita» e «L’amore è una cosa semplice») e si porta a casa un’ovazione di applausi.
Intanto il palco si è ristretto a tre. I Maneskin sono quattro ragazzi di Roma che hanno scelto un nome danese (significa «chiaro di luna») per la loro band che si ispira al glam rock anni 70; il frontman è Damiano David, 18 anni, che gioca a fare il bello e dannato, tanto da essere diventato l’icona sexy di Alba Parietti (che significa che forse il ragazzo deve aumentare la dose di «dannato»): «Siamo quattro adolescenti normalissimi a cui stava stretta la vita da adolescenti normalissimi: siamo la traslazione delle vecchie rock band nell’epoca moderna».
Al cantautore livornese Enrico Nigiotti va dato atto di essere stato il primo e quasi unico caso di autoescluso da un talent (successe 7 anni fa ad Amici) quando lasciò la gara per evitare di sfidare la sua fidanzata di allora. Ci ha provato per la terza volta (nel frattempo è stato anche a Sanremo Giovani) e l’appuntamento sa di ultima spiaggia. Il tenore hypster Lorenzo Licitra invece si è concentrato sul canto lirico da quando aveva 16 anni, ma ha deciso di far emergere la sua anima pop nel più pop dei talent.
Ma l’edizione numero 11 di X Factor ha vissuto molto sulla competizione tra i quattro giudici, più avvelenati che mai grazie a liti, attriti e discussioni che hanno spazzato via la patina di buonismo che è la cifra di troppa televisione e di questi tempi troppo corretti.
Il titolo di regina va alla 76enne Mara Maionchi, nostra signora della Parolaccia, una che al gesto artistico preferisce il gesto dell’ombrello, una che il giudizio estetico lo accompagna con l’espressione nazionalpopolare con due zeta, una che per la stroncatura ricorre a un definitivo e inappellabile «vaffanculo». Levante invece ha guardato la vittoria degli altri avendo perso prima della finale tutti i cantanti della sua squadra: si è limitata al compitino che spesso assolveva con un «sei bravo ma non rientri nei miei gusti». Giudizio che volendo vale anche per lei.