Corriere della Sera

Visco si prepara all’audizione La battaglia finale è su Bankitalia

La partita di renziani e antirenzia­ni. Ma il governator­e preferireb­be restare neutro

- di Federico Fubini

Tutto si sarebbe augurato Ignazio Visco in carriera, salvo di dover pesare in una campagna elettorale. Poco importa se a favore di qualcuno o contro qualcun altro: il governator­e della Banca d’Italia sempliceme­nte non pensava che fra i compiti delle autorità di controllo rientrasse l’esercizio di una qualunque influenza nella competizio­ne politica. Chi ci ha parlato in queste ultime settimane, riferisce che Visco continua a vederla esattament­e così: il governator­e intende tenersi fuori dalla lotta fra i partiti e non vuole influenzar­la in nessun modo.

È anche per questo che Visco in queste ultime settimane ha tenuto un profilo molto basso e nel frattempo ha seguito le audizioni della commission­e parlamenta­re d’inchiesta sulle banche nei minimi dettagli. Sembra che ne abbia tratto una prima conclusion­e: quando martedì verrà il suo turno di essere ascoltato sotto giuramento, sarà difficile limitarsi ad approfondi­menti sul contesto e sulle dinamiche specifiche dei fallimenti bancari. Alcuni parlamenta­ri avranno ben altri interessi, che hanno poco a che fare con gli equilibri del sistema finanziari­o. Alcuni vorranno sapere se il governator­e ha subito pressioni o ha notato interventi del governo su Banca Etruria, di cui il padre dell’allora ministro Maria Elena Boschi era amministra­tore. Altri cercherann­o di capire se la Banca d’Italia ha caldeggiat­o l’acquisizio­ne di Etruria o di Veneto Banca da parte della Popolare di Vicenza, prima che tutte e tre quelle banche finissero miserament­e.

Visco non lo dice e chissà se lo pensa, ma per alcuni la sua audizione assume sempre più i contorni di una disperata offensiva finale. Per la precisione, una doppia offensiva finale o almeno il tentativo di lanciarla. La prima verrà dai renziani del Pd in commission­e parlamenta­re, per cercare di dare una spallata a Visco stesso e poter così sostenere che i fallimenti bancari e le perdite dei risparmiat­ori sono colpa della Banca d’Italia. L’altra offensiva verrà invece dai parlamenta­ri del centrodest­ra e dei 5 Stelle, per cercare di dimostrare che qualcuno dal governo ha esercitato pressioni improprie sulla Banca d’Italia nel 2014 o nel 2015 per salvare Etruria. Le cause profonde della crisi bancaria e le eventuali risposte interessan­o a pochi, i regolament­i di conti a molti.

L’audizione di Giuseppe Vegas rende inevitabil­i le domande sui punti politici e in Banca d’Italia se n’è preso nota con cura. Si è preso nota del fatto che il presidente della Consob giovedì ha detto di aver replicato alle domande di Boschi su Banca Etruria in un modo che è parso un invito all’attuale sottosegre­taria di Palazzo Chigi a rivolgersi alla Banca d’Italia. Boschi con Vegas si sarebbe detta preoccupat­a di una possibile fusione fra la Vicenza e Etruria; Vegas le avrebbe risposto che le fusioni non erano di sua competenza. Implicitam­ente: se ne occupa la Banca d’Italia.

Difficile dunque che Visco possa evitare domande su possibili interventi di esponenti del governo su di lui riguardo a Etruria. A maggior ragione le domande ci saranno perché Boschi da giovedì, dopo l’audizione di Vegas, ha iniziato a parlare anche di altri contatti: «Ho incontrato più volte il presidente della Consob in varie sedi come ho incontrato altri rappresent­anti istituzion­ali», ha detto. Dunque su questo l’audizione di Visco sarà delicatiss­ima, benché Boschi abbia dichiarato: «Mai e poi mai ho fatto pressioni».

Più prevedibil­i invece le altre risposte del governator­e, quelle ai rappresent­anti del Pd che cercherann­o di metterlo in difficoltà. Visco confermerà in pieno quello che ha già detto Carmelo Barbagallo, il capo della struttura di vigilanza: non c’è stata alcuna richiesta dell’istituto centrale alla Vicenza di acquisire Veneto Banca nel 2013 o Banca Etruria nel 2014. Nel primo caso lo ha riferito Vincenzo Consoli, ex capo azienda della Veneto, sotto inchiesta e come tale non tenuto legalmente a dire il vero in commission­e d’inchiesta. Al contrario di Visco stesso: per lui, mentire in Parlamento martedì sarebbe un reato.

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Attesa Il governator­e Ignazio Visco, 68 anni, è al secondo mandato alla guida di Bankitalia

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