Corriere della Sera

IL GOVERNO FA MURO MA È UN ASSIST ALL’OPPOSIZION­E

- Di Massimo Franco

La solidariet­à, espressa ieri in modo ufficiale, del premier Paolo Gentiloni a Maria Elena Boschi, ha più destinatar­i. Il primo è il Pd, nel quale il caso Banca Etruria fa lievitare la preoccupaz­ione. Dire che la sottosegre­taria a Palazzo Chigi «ha chiarito» significa fermare sul nascere le pressioni interne, sotterrane­e ma diffuse, per farla dimettere; e dare il via libera alla sua ricandidat­ura. L’altro destinatar­io è l’opposizion­e. In modo asciutto, Gentiloni conferma il sostegno, quasi l’identifica­zione tra l’esecutivo e Boschi, e cioè il vertice del Pd.

Le sue parole permettono a Liberi e uguali di additare «totale continuità» tra il premier e il governo Renzi: sperano di intaccare i consensi di Gentiloni a sinistra. A Boschi è arrivato anche l’appoggio, un po’ più tortuoso, del ministro dell’Economia, che non è un dem. Pier Carlo Padoan sostiene che il governo in questi anni ha fatto bene sulle banche «senza interferen­ze, come ha detto la sottosegre­taria»: frase che sembra modulata per difendere il proprio operato, oltre a quello della ex ministra delle Riforme. Ma la blindatura di Palazzo Chigi non offre nessuna garanzia che il caso sia chiuso, anzi. Il fatto che Boschi abbia partecipat­o a incontri in cui si parlava del destino della banca dove il padre era vicepresid­ente, viene equiparato a una pressione. Con sarcasmo, il berlusconi­ano Maurizio Gasparri chiede che la sottosegre­taria rimanga al suo posto. «Così», infierisce, «ci avvantaggi­a». La convinzion­e che Gentiloni e Renzi non possano abbandonar­e Boschi, incoraggia gli avversari a alzare il tiro: sicuri di poterlo fare senza correre il rischio che si dimetta davvero, azzerando attacchi e strumental­izzazioni.

Punti di vista La solidariet­à del premier a Boschi chiude il caso ma solo nel Pd La campagna elettorale appare sempre più in salita

Per paradosso, tutto contribuis­ce a concentrar­e l’attenzione su Banca Etruria, distoglien­dola da altri casi ugualmente se non più gravi. E regala un argomento da spendere in campagna elettorale. Non è chiaro quanto il vertice del Pd ne sia consapevol­e. L’impression­e è che in pubblico, la cerchia renziana faccia quadrato, con qualche vistosa eccezione. La parola d’ordine, rilanciata anche dal ministro Graziano Delrio, è che la sottosegre­taria «ha chiarito». In privato, però, ricorre il termine «disastro».

Probabilme­nte, il segretario si rende conto dei pericoli di un partito schiacciat­o sulla difensiva. Eppure, non ha alternativ­a. Non difendere Boschi verrebbe interpreta­to come un cedimento. Dunque, l’unica possibilit­à è rimanere in trincea, sperando che non si registrino altri incidenti; e che spunti una novità tale da spostare l’attenzione altrove. Ma Boschi si muove con un’autonomia che sfugge al controllo sia di Gentiloni, sia di Renzi. Evidenteme­nte, sa di poterselo permettere.

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