Rilevate le prime quote nell’istituto «Disponibile a salire ancora»
Leonardo Del Vecchio pensa che sia venuto il momento di restituire qualcosa all’Italia. Un Paese che gli ha permesso, da ospite del collegio «Martinitt» perché orfano di padre, di arrivare a creare il primo gruppo mondiale dell’occhialeria e adesso il primo gruppo mondiale dell’occhialeria e delle lenti grazie alla fusione con la francese Essilor. Per questo il patron di Luxottica ha deciso di costituire la Fondazione Del Vecchio destinata a investimenti senza scopo di lucro, a cui ha destinato un patrimonio iniziale di 300 milioni e una quota «a vita» degli utili della finanziaria di famiglia Delfin. «La Fondazione — dice — sosterrà a promuoverà senza scopo di lucro solo attività benefiche per restituire al Paese tutto quanto di bene e di bello mi ha voluto donare».
La prima iniziativa è già arrivata: in questi giorni è entrata nel capitale di Ieo e Monzino, due eccellenze della ricerca e della salute milanesi e italiane, grazie a una generosa donazione di Unicredit e all’acquisto della quota Rcs Mediagroup (la società che pubblica il Corriere della Sera). «Vorrei contribuire — spiega il fondatore di Luxottica — a rafforzare l’indipendenza della ricerca scientifica e infondere un rinnovato spirito imprenditoriale nella gestione, coltivando l’eredità del professor Veronesi. Sono felice di essere parte del futuro dell’istituto. Questa è una prima iniziativa a cui spero ne seguiranno altre».
Del Vecchio aveva già tentato con l’Ilva, promuovendo la cordata con Cassa depositi e prestiti, Arvedi e il gruppo indiano Jindal («siamo andati a visitare la sua fabbrica, un giardino»), ma l’acciaieria è stata poi aggiudicata alla cordata concorrente ArcelorMittal-Marcegaglia. «L’operazione Ilva in un certo senso era iniziata con lo stesso spirito di aiuto per una terra, la Puglia, a cui sono molto legato. Non era un investimento per ottenere un profitto. Il nostro piano era di produrre acciaio in modo ecologico salvaguardando l’ambiente e creando nuovi posti di lavoro. Abbiamo perso la gara, ma la voglia di fare qualcosa per il Paese mi è rimasta e ho messo nella Fondazione i soldi che volevo investire nell’Ilva».
Ecco, dunque, Ieo e Monzino. Un primo passo, visto che l’imprenditore è disposto a salire. L’azionariato degli istituti è eterogenea e vede, tra gli altri, Intesa Sanpaolo, Generali, Mediobanca, UnipolSai, Pirelli, Tim etc. Lunedì ci sarà l’assemblea a cui Del Vecchio si presenterà con le sue nuove quote. Si vedrà in quella sede se ci saranno altri soci disposti scommettere insieme a lui sul rilancio dell’istituto e sulla crescita della sua ricerca.