«Geni sani al posto di quelli difettosi» Il medico che sfida la malattia rara
La ricerca al San Raffaele e il progetto Telethon
Èuna malattia da avvelenamento delle cellule. È rara, colpisce i bambini, si chiama mucopolisaccaridosi di tipo 1, è una delle circa 7.000 malattie genetiche che esistono al mondo. Cure ci sono, sì, ma non soddisfacenti: ecco perché la speranza di una vita migliore, e più lunga, per questi pazienti si appella alla terapia genica.
All’Istituto San Raffaele Telethon di Milano sta partendo una sperimentazione clinica che vuole valutare proprio l’efficacia della «somministrazione di geni normali» da sostituire a quelli malati, responsabili della malattia. Ecco come funziona. «La mucopolisaccaridosi di tipo 1 è provocata dal difetto di un gene (spazzino, si direbbe, ndr) che, normalmente, fabbrica un enzima capace di liberare la cellula da prodotti tossici — spiega Luigi Naldini, direttore dell’Istituto San Raffaele Telethon di Milano e professore di Istologia all’Università Vita e Salute San Raffaele —. Così questi ultimi si accumulano e provocano danni. Oggi le terapie disponibili prevedono la somministrazione dell’enzima «normale», per tutta la vita e a costi altissimi , oppure un trapianto di midollo. Ma sono cure poco efficaci».
Gli accumuli dei prodotti di scarto cellulari, infatti, danneggiano il cuore, provocano deformazioni ossee e colpiscono il sistema nervoso, determinando un ritardo mentale. L’obiettivo della terapia genica è quella di far produrre, in gran quantità, l’enzima funzionante e di eliminare i depositi della sostanza tossica.
«La nuova tecnica è una specie di autotrapianto — precisa Naldini —. Come funziona? Si prelevano cellule staminali del sangue del malato, si inserisce in queste cellule il gene “sano” e si somministrano le cellule “modificate” al paziente».
Ma come viene introdotto il gene sano nelle cellule? Con un virus «trasportatore». Il gruppo di Naldini usa un virus Hiv, quello dell’Aids, «addomesticato»: non è più infettivo, ma ha il pregio di far arrivare il gene sano direttamente nel Dna della cellula.
Il vantaggio della terapia genica è che si tratta di una cura «una tantum» e, in altre patologie genetiche curate al San Raffaele, come la leucodistrofia metacromatica, che colpisce il sistema nervoso, o la sindrome
Il virus «veicolo» «Per trasportare il gene useremo un virus Hiv», dice il professor Naldini che guida il team