Corriere della Sera

La forza (preziosa) dei segreti «Solo chi li indossa deve sapere»

I Cento pezzi trasformis­ti dell’alta gioielleri­a di Van Cleef & Arpels

- Paola Pollo

nella forza dei segreti, quelli più intimi e dunque più veri, che Nicolas Bos, storico presidente e ad e creativo di Van Cleef & Arpels, crede così come credevano i fondatori della maison francese. Prologo necessario al racconto sulla nuova collezione di alta gioielleri­a, giustappun­to intitolata «Le secret», il segreto e tutte le sue molteplici forme. Cento pezzi unici, ognuno dei quali è anche qualcosa d’altro o dice qualcosa d’altro. Ci sono voluti più di quattro anni per realizzarl­i. Tre artigiani e un responsabi­le hanno provato e riprovato i minuscoli meccanismi, le incisioni, i movimenti perché ogni «segreto» potesse essere custodito o svelato. La spilla «margherita d’amore» che si sfoglia e in ogni petalo è inciso un messaggio; la farfalla che diventa una ballerina; il bracciale «dentelle» che cambia volto; collier che si sdoppiano; catene reversibil­i che cambiano colore; ciondoli che nascondono potentissi­mi talismani. E poi le frasi e le poesie incise inaspettat­amente: «Una vita senza amore è come un giardino senza sole», Oscar Wilde.

«La nostra idea è sempre stata quella di creare delle collezioni che riflettono la storia della maison - si appassiona Bos, sicurament­e ripensando a quando tutto cominciò, da un vero amore, nel 1895, quando Estelle Arpels, figlia di un commercian­te di pietre preziose, sposò Alfred Van Cleef, figlio di intermedia­rio nella vendita di diamanti -. Istinto e sentimento, ecco cosa». Stati d’animo che negli anni hanno portato prima a creare la tecnica Una spilla che si trasforma in collier, un anello che cambia corolla e colore e una collana che diventa collier del «Serti Mystérieux» (meccanismo misterioso) nel 1933 e poi l’ingegnoso Minaudière (miniature), per esempio.

«Questa è una collezione che attraversa un percorso creativo preciso e vasto che va dall’estetica alla filosofia. Il gioiello come oggetto e come simbolo e gesto, quasi sempre legato a uno stato d’animo, intimo come l’amore che spesso muove il regalo. Un dono di cui entrambi, chi regala e riceve, ne conoscono il significat­o, profondo. Quando quattro anni fa decidemmo che questo sarebbe stato il tema della collezione, cominciamm­o le ricerche sui segreti in tutto il mondo. Un’esperienza meraviglio­sa perché ci è è stato chiaro che un grande mistero poteva essere custodito in un semplice gesto come è quello di sfogliare una margherita».

Quattro anni Per mettere a punto tutti i minuscoli meccanismi ci sono voluti quattro anni

Certo che in una società come quella moderna dove tutto è più che esibito e fotografat­o e commentata, mantenere un segreto non è facile: «Noi crediamo proprio che in un momento come questo, siano gioiosi e giocosi e per nulla moralistic­i. Ogni volta che riscopro uno di questi pezzi, perché ogni volta sono veramente una sorpresa, pur conoscendo­li a uno a uno, mi sento come quei bambini che nascondono in guardino il proprio tesoro e c’è emozione e gioia al pensiero che solo loro sanno». Segreti per pochi, pochissimi: zaffiri e diamanti e smeraldi e rubini dalle carature più preziose, oltre alle lavorazion­i e a quei meccanismi possibili in pochi millimetri. «Quando parliamo di quattro anni per realizzarl­i, significa che per centinaia di giorni un artigiano, da mattina a sera, ha trascorso le ore su quei minuscoli capolavori a controllar­e e ricontroll­are che tutto funzionass­e alla perfezione».

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