Corriere della Sera

La storia

- M.T.V.

a maglia e la morbidezza (del cashmere) simbolo del nuovo edonismo-salutista. Anche i diretti interessat­i si sono sorpresi scoprendo che uno dei pezzi più venduti è la tuta in cashmere, uno dei capi più costosi della collezione di Falconeri, marchio diventato famoso per la sua maglieria di filati naturali ultra light a prezzi «contempora­ry». L’ha sfoggiata anche Rocío Muñoz nelle vie milanesi ( foto). «Vale per la donna e anche per l’uomo», assicura Pierangelo Fenzi, colui che nel 2000 creò il marchio acquisito nel 2009 dal gruppo Calzedonia di Sandro Veronesi. «Quando sei piccolo non puoi né sperimenta­re né osare. Veronesi è un grande industrial­e, con il suo gruppo alle spalle, oggi nello stabilimen­to di Avio (Trento) dove lavorano circa 300 persone, facciamo continuame­nte prove su filati e colori».

La maglia è un mondo da scoprire per chi la fa e la indossa. Per fare un pull parti da un filo o più fili e da lì devi creare una trama, costruire un modello e valutare le vestibilit­à». Il dolcevita cambia pelle, diventa dinamico per adattarsi al cosiddetto Athleisure, trend sportivo che condiziona l’estetica della moda e gonfia i fatturati. «La maglia è di gran tendenza perché la gente vuole praticità ma sempre con un’emozione», continua Fenzi. Nell’inverno vincono i colori neutri, ma mischiati tra loro con i capi spesso tinti in capo per ottenere un effetto vissuto. Il bianco è alabastro, il beige è cammello, il grigio è antracite.

Il designer indossa la nuova versione del maglione blu: «in cashmere doppio filo, con tagli al vivo sulle spalle, sagomato per sottolinea­re la fisicità». Il pull a collo alto, simbolo del casual Anni 60, è il capo di stagione per lui e lei. I gusti si avvicinano. «E capi maschili, come cappotto in maglia e giacca tricot, vengono comprati da mamme e figlie» racconta Fenzi. Il cardigan alla Hemingway è rivisitato in un melange (falso punto unito), oppure modello bomber patchwork con cappuccio. Si porta con la maglia tshirt piacevole al tatto e mai troppo precisa. La polo in Crêpe di cotone verde oliva a piccolo punto ha un’apertura corta senza bottoni. Il riferiment­o alla natura e all’artigianal­ità uno degli elementi del successo di Falconeri che nel 2016 ha fatturato 61 milioni e su cui Sandro Veronesi intende continuare lo sviluppo, puntando sul cashmere ultra light senza stagioni.

Il dolcevita femminile si ritrova anche nella primavera 2018, leggero come garza, anche con la mezza manica , rosa antico, madreperla, wisky, azzurro denim (circa 200 euro).

La collezione femminile vale un 70 per cento, ma l’uomo è in crescita. Che cosa rende vincente un brand oggi? «La comunicazi­one è fondamenta­le. Il capo indossato dalla blogger diventa subito famoso. Poi, se è di qualità e fatto bene conquisti anche il mercato». Coinvolger­e è la parola chiave. Sulla scia dei selfie nasce il servizio di personaliz­zazione #Falconieri­unique per far scrivere sulla maglia le proprie iniziali o il nickname. ● Falconeri dal 2009 fa parte del gruppo Calzedonia di Sandro Veronesi

● Nello stabilimen­to di Avio (Trento) lavorano circa 300 persone

● Nel 2016 il brand ha fatturato 61 milioni di euro (più 16,2)

● Tra i pezzi più venduti la tuta indossata da Chiara Ferragni e Rocío Muñoz

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