L’acetoliere di Castiglioni per condire senza equivoci
risultati dall’estetica spiazzante. Sopra, l’Acetoliere, in vetro e argento, con le due ampolle di differenti dimensioni, per differenziarne il contenuto erché i contenitori da tavola per olio e aceto sono sempre uguali, come fratelli siamesi — si chiedeva Achille Castiglioni —. E perché i “tappi” di questi contenitori sono sempre “indipendenti” tanto che, durante l’uso, non si sa mai dove metterli e si rischia sempre di ungere la tovaglia?». Per rispondere a questi (e altri) quesiti, il celebre designer inventò, nel 1980, l’Acetoliere: due ampolle della stessa forma asimmetrica ma di dimensioni diverse, con quella dell’olio più grande, dal momento che, in genere, si consuma più olio che aceto. La differenza di dimensioni permetteva anche di identificare immediatamente il contenuto, in modo da evitare scambi accidentali. Il «tappo», invece, non doveva essere toccato perché era incernierato e munito di contrappesi: inclinando o raddrizzando il contenitore si apriva e si chiudeva da solo, evitando di sporcarsi, mentre un beccuccio speciale permetteva di catturare anche la più piccola goccia residua, convogliandola all’interno dell’ampolla ed evitando fastidiose colature lungo il contenitore. Il manico era giustamente dimensionato e di adeguata sezione, per agevolare la presa, mentre la «svasatura» dell’ampolla, in corrispondenza della maniglia, permetteva una mescita perfettamente calibrata. Concepito originariamente in lamina d’argento e vetro, faceva parte di una serie di oggetti di uso quotidiano per la tavola (progettati anche da altri designer) per Cleto Munari, costruiti in edizione limitata da Rossi & Arcandi. Nel 1984 la produzione è passata ad Alessi, che lo aveva realizzato nel più economico acciaio inox argentato, con un vassoio senza bordi a superficie rigata. Della collezione faceva parte anche uno spargisale. Attualmente è fuori catalogo.