Debito pubblico a 2.289 miliardi Calendario fiscale, 5 nuove scadenze
Con la manovra di bilancio in discussione alla Camera scatta la rivoluzione delle scadenze fiscali. La Commissione Bilancio, con il parere favorevole del governo, ha infatti modificato le scadenze dei cinque adempimenti fiscali più importanti per le imprese e i cittadini, oltre a rinviare di un anno l’abbandono degli studi di settore, in base ai quali vengono tassate piccole imprese e professionisti.
Si comincia con la dichiarazione precompilata: dal 2018 ci sarà un termine unico, il 23 luglio, per la presentazione da parte dei Caf. Finora i centri di assistenza fiscale potevano attendere quella data solo se entro il 7 luglio avevano trasmesso al fisco almeno l’80% delle dichiarazioni. Il termine per la presentazione del modello 770, storicamente soggetto a continue proroghe, viene spostato dal 31 luglio al 31 ottobre.
Il modello “Redditi”, cioè il vecchio modello “Unico”, e la dichiarazione Irap slittano dal 30 settembre al 31 ottobre, mentre i termini per adempiere agli obblighi dello «spesometro» vengono spostati dal 16 al 30 settembre. Con un altro emendamento, per inciso, viene coinvolta anche la società pubblica Sose (che ha curato gli studi di settore), nella gestione dello spesometro affidata alla Sogei, che quest’anno ha avuto parecchi problemi. Gli studi di settore da gennaio dovevano lasciare il posto ai nuovi Indici sintetici di affidabilità fiscale, ma saranno rinviati al 2019.
Il termine Termine unico del 23 luglio per la precompilata mentre il «770» viene spostato al 31 ottobre. «Redditi» e Irap passano al 31 ottobre
Un altro emendamento approvato in Commissione reintroduce l’obbligo per i call center interni alle aziende di iscriversi al Registro e dichiarare a inizio telefonata il luogo in cui si trova l’operatore. Oggi la Commissione affronterà ancora i temi fiscali inseriti nella legge di bilancio. Il relatore, Francesco Boccia, presenterà un pacchetto di emendamenti sulla webtax.
La Banca d’Italia, intanto, ha ritoccato all’insù, di un decimale, le previsioni di crescita per l’economia. Il prodotto interno lordo sale all’1,6% quest’anno, all’1,4% nel 2018 e all’1,3% nel 2019 e nel 2020. Cresce anche il debito pubblico in valore assoluto, come quasi tutti i mesi (quello che conta veramente è il rapporto col Pil a fine anno): a ottobre più 5,8 miliardi, per un totale di 2.289 miliardi di euro.