Il linguaggio xfactorese e quelle parole che «spaccano» in tv
«Spaccare», «percorso», «figata», «cazzoh», «superarsi»… Ma come parlano a «X Factor»? Appena un programma ha successo (ed è visto anche dai Millennials) c’è subito qualcuno che si preoccupa della buona salute dell’italiano. Ma come parlano? Felici i tempi in cui Tullio De Mauro spiegava le citazioni sbagliate di Fra Antonino da Scasazza (Nino Frassica) in «Quelli della notte» come metafore dell’ansia di acculturazione in un paese dall’alfabetizzazione instabile.
Chissà quale nuova ansia attanaglia giudici e cantanti del talent di Sky Uno! Il critico musicale Paolo Madeddu, sulla sua pagina web «A margine», ha compilato un curioso dizionarietto dell’ «xfactorese» per spiegarci che certe parole che noi usiamo con un particolare significato, nella trasmissione ne prendono un altro.
Anzi forse due o tre altri, secondo il contesto. «Spaccare = esibirsi», «Percorso = serie multipla di esibizioni nella quale sono ravvisabili mutamenti stilistici», «Figata = qualsiasi cosa accada all’interno di X Factor. Oppure, concetto che andrebbe sempre valorizzato da un complemento di natura squisitamente tecnica, necessario per rimarcare la competenza maturata sul campo da giudici che in carriera possono vantare un incontestato percorso di figate», «Cazzoh = espressione inserita da un algoritmo ogni cinque parole dei giudici, a rimarcare il piglio giovane e sfrontato del programma», «Straordinario = una coreografia di Luca Tommassini» e così via. Alcuni lettori scrivono mail indignate (non pensavo che il pubblico delle Pay Tv avesse ancora una visione così cristallizzata della lingua ), altri invece cominciano a esprimersi adeguandosi all ’« ics facto rese» e parole come« percorso» o«figata» sono ormai incontenibili ,« spaccano »(« L avita è una figata» era il tito lodi un programma di Be be Vi o su Rai1). E, soprattutto grazie alla tv, il parlante ha sempre ragione.