Riforma fiscale al voto finale: chi guadagna e chi perde
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
Le imprese, innanzitutto, dalla start-up fino alla General Motors. Gli americani più ricchi, a meno che non vivano a New York e negli Stati con forti prelievi locali. Le famiglie più povere con redditi fino a 24 mila dollari all’anno o 12 mila per single. E poi studenti, ereditieri. Secondo uno studio del Tax Policy Center circa i tre quarti dei contribuenti pagheranno meno tasse grazie alla riforma fiscale che dovrebbe essere approvata in via definitiva dal Congresso. Domani 18 dicembre dalla Camera e tra martedì e mercoledì dal Senato. Eppure la legge, il primo risultato concreto dell’amministrazione Trump in un anno di governo, sembra accolta con scetticismo dall’opinione pubblica. Secondo un sondaggio di Survey Monkey, riportato ieri dal New York Times, solo un terzo degli interpellati è davvero convinto che d’ora in poi pagherà meno imposte.
La misura più netta è la riduzione dell’aliquota sugli utili di impresa, che scende dal 35 al 21%. Lo sgravio è permanente e va a beneficiare le aziende di tutte le categorie e dimensioni. Le multinazionali pagheranno le imposte su base territoriale, cioè nel Paese in cui operano, ma potranno far rientrare i capitali negli Stati Uniti versando un prelievo «una tantum» del 7,5% oppure del 14,5% se gli asset sono in contanti. Le modifiche per il fisco d’impresa saranno permanenti, mentre tutte le riduzioni a favore delle persone fisiche varranno fino al 2025. La manovra prevede il mantenimento dei sette scaglioni di reddito, ma con due aggiustamenti al vertice e alla base della piramide. Scende dal 39,6% al 37% l’aliquota sui redditi più alti, cioè quelli superiori a 500 mila dollari per i single e 600 mila per le famiglie (le soglie erano pari a 426.700 e 480.050 dollari). Si allarga la «no tax area». Finora erano esentasse i redditi fino a 6.500 dollari o 13 mila dollari all’anno (singoli e famiglie); si passerà ora a 12 mila e 24 mila dollari. Ma il conto finale dipende dalle deduzioni e dalle imposte locali. Così i lavoratori dipendenti non potranno più sottrarre l’importo fisso di 4.150 dollari, anche se aumentano i crediti di imposta per i figli a carico .
Il pacchetto sottrarrà, in 10 anni, 1,5 miliardi di dollari di gettito alle casse federali. Per Trump sarà la frustrata che farà balzare al 4% la crescita. Le stime del Fmi prevedono un aumento del 2,2% nel 2017 e del 2,3% nel 2018. Per la presidente della Fed, Janet Yellen, l’obiettivo del 4% è difficile da raggiungere.