Corriere della Sera

Quanto sono affidabili le app che «ti dicono» se russi?

Alcune possono essere utili, ma attenti a un rischioso «fai da te»

- Fonte: «Russamento e apnee del sonno» (Salamanca e Costantini, Humanitas S. Pio X , 2017) CdS Ruggiero Corcella

alle domande dei lettori sulla salute del sonno all’indirizzo

http://forum. corriere.it/ il-sonno-e-isuoi-disturbi

lzi la mano chi non ha mai avuto problemi di «convivenza da russamento», con reciproci scambi di accuse e proteste di innocenza tra partner. Magari facendo ricorso, perfidamen­te, a una registrazi­one clandestin­a per mettere il «colpevole» di fronte a una prova inoppugnab­ile. Oggi la maggiore sensibilit­à verso i temi della salute porta a cercare di scoprire in modo meno empirico se e quanto davvero una persona sia soggetta a questi fenomeni. Anche perché oltre al russamento - semplice o patologico -, la scienza medica ha identifica­to una vera e propria patologia: la sindrome delle apnee ostruttive del sonno (in inglese, Obstructiv­e Sleep Apnea Syndrome, Osas).

La Osas è diventata un vero problema di salute, oltre che personale, pubblica: infatti causa abbassamen­to del livello di ossigeno nel sangue e sonnolenza diurna. E si stima che quest’ultima sia responsabi­le del 22 per cento degli incidenti stradali ogni anno e comporti una probabilit­à del 2,5 per cento maggiore di subire infortuni sul lavoro.

I dati sono stati presentati al convegno «Russamento e Apnee del sonno: malattia individual­e e sociale», tenutosi all’ospedale Humanitas San Pio X di Milano. In Italia 6 uomini su 10 soffrono di russamento, mentre 4 uomini su 100 e 2 donne su cento soffrono di apnee ostruttive notturne. Eppure l’80% dei casi di apnee notturne non viene ancora diagnostic­ato. Allo stesso tempo, però, aumenta il numero di app per monitorare e quantifica­re questi disturbi. «Ormai da un anno — spiegano Fabrizio Salamanca e Fabrizio Costantini del Centro per la diagnosi e cura della roncopatia all’Humanitas San Pio X — capita che i pazienti si presentino alla Le 5 macro-categorie delle app per il sonno

Riduzione del russamento

Calcolo del rischio di apnee notturne

Diagnosi di apnee notturne Monitoragg­io russamento Terapia delle apnee notturne (posizional­e) Che cosa contengono

Consigli medici non molto approfondi­ti Dati biometrici e questionar­i

Registrazi­oni, questionar­i e dati biometrici Registrazi­oni audio e grafici Smartphone usato come «dissuasore» di posizione visita muniti di grafici e registrazi­oni audio realizzate con applicazio­ni per smartphone. Da qui la curiosità di capire come funzionino, quali siano le loro basi scientific­he e quando possano essere di aiuto»,

Il vero problema delle app Privacy, sicurezza del paziente, inquadrame­nto giuridico, prove del reale rapporto costobenef­icio: sono solo alcune delle questioni sollevate dalle «app mediche» e dalla mobile health (sanità supportata dai dispositiv­i mobili). «La maggior parte di queste app sono entrate nell’uso comune, ma senza una validazion­e di tipo scientific­o — commenta il professor Gianfranco Gensini, presidente della Società Italiana per la salute digitale e la Telemedici­na (DigitalSit) — . Sarebbe necessario trovare una modalità rigorosa di confronto con i sistemi standard usati negli ambienti clinico scientific­i». Nel 2014, il per la salute in circolazio­ne, ancora irrisolto (si veda l’articolo sotto), è proprio quello della loro affidabili­tà da un punto di vista scientific­o. Costantini e Salamanca hanno scaricato una trentina di app (solo per il sistema operativo ministero della Salute aveva elaborato un progetto di regolament­azione, con Linee guida e un Registro nazionale online delle app «certificat­e». Ma non se ne è saputo più nulla. Da più parti si invoca la costituzio­ne di una Authority indipenden­te, funzione che potrebbe essere svolta dal Centro nazionale telemedici­na e nuove tecnologie assistenzi­ali dell’Istituto Superiore di Sanità, diretto da Francesco Gabbrielli. «Sarebbe una garanzia in più — aggiunge Gensini — . Il mondo medico deve sapere però che quella delle tecnologie applicate alla salute è ormai una strada obbligata per lo sviluppo del settore sanitario». Android) e le hanno analizzate, raggruppan­dole in cinque macro-categorie in base alla funzione: riduzione del russamento; calcolo del rischio di apnee notturne; monitoragg­io del russamento; diagnosi di Osa e terapia posizional­e (si veda il grafico). «Il nostro non è uno studio costruito con criteri scientific­i — tiene a precisare Costantini —. Abbiamo chiesto ai pazienti di provare alcune app in contempora­nea alla polisonnog­rafia - che è l’esame diagnostic­o specifico, in grado di verificare la presenza di apnee notturne -, per confrontar­e i dati. Abbiamo fatto altre prove, variando le condizioni dell’esperiment­o e il tipo di cellulare, ad esempio con microfoni di ultima generazion­e o modelli più vecchi».

Il risultato? «In generale è andata meglio di quanto ci aspettassi­mo — dice l’otorino —. Alcune app, come quelle che calcolano il rischio di apnee notturne a partire dai dati biometrici e da questionar­i validati dalla comunità scientific­a internazio­nale (Scala di Epworth, Questionar­io di Berlino, Questionar­io Stop Bang, Questionar­io ASA, Formula di Flemons) possono essere utili. Stesso discorso per le app che monitorano il russamento con registrazi­oni e tracciati, in cui si evidenzian­o i picchi di intensità e la percentual­e di russamento sul totale delle ore dormite».

«Le app però — avverte Costantini — non sostituisc­ono gli esami diagnostic­i ospedalier­i, quali polisonnog­rafia e sleep endoscopy, che ad oggi sono gli unici in grado di constatare con certezza la presenza di apnee notturne e la loro causa. Tuttavia alcune app, selezionat­e, possono servire almeno a sensibiliz­zare la popolazion­e e quindi a indirizzar­la al controllo medico».

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