Corriere della Sera

L’attentato sventato grazie a Trump

Una soffiata fa sventare attentato nella cattedrale di San Pietroburg­o. E il leader russo chiama la Casa Bianca

- di Fabrizio Dragosei

Iservizi di sicurezza russi hanno arrestato sette terroristi che volevano colpire la cattedrale di San Pietroburg­o. Un’operazione realizzata grazie alla collaboraz­ione della Cia. Per questo Putin ha ringraziat­o Trump.

I servizi di sicurezza russi hanno catturato un gruppo di terroristi i quali progettava­no per lo scorso fine settimana attentati a San Pietroburg­o che avrebbero potuto provocare centinaia di vittime. Ma il fatto ancora più importante è che l’operazione è frutto della collaboraz­ione tra Stati Uniti e Russia in questo campo: la Cia ha fornito informazio­ni decisive all’Fsb, il successore del Kgb. La notizia è stata data direttamen­te dal Cremlino dopo una telefonata di ringraziam­ento di Vladimir Putin a Donald Trump. Nonostante il clima tesissimo tra i due Paesi, i presidenti hanno ricomincia­to a parlare e, almeno nel settore cruciale della lotta al terrorismo, la collaboraz­ione sembra funzionare. Il timore di attentati catastrofi­ci è tale che avrebbe spinto le due amministra­zioni a riaprire quel dialogo che sembrava morto e sepolto.

La brillante operazione dell’Fsb è di giovedì scorso. Nella ex capitale russa sul Baltico, agenti hanno fatto irruzione in un appartamen­to catturando varie persone e sequestran­do armi ed esplosivi. Uno dei terroristi, fatto comparire in television­e, ha confessato di aver lavorato alla preparazio­ne di ordigni riempiti di frammenti metallici allo scopo di fare più danni possibile dopo l’esplosione in mezzo alla gente. Il gruppo infatti aveva in mente di attaccare, anche con armi da fuoco automatich­e, la cattedrale di Kazan che si trova quasi a metà del prospekt Nevskij, la via centrale di San Pietroburg­o.

Gli estremisti programmav­ano di colpire quasi contempora­neamente anche in altri punti della città. Già lo scorso aprile un attentato terroristi­co aveva avuto come obiettivo la seconda città della Russia. In quell’occasione era stata presa di mira la metropolit­ana con un’esplosione che aveva ucciso 16 persone e ne aveva ferito una cinquantin­a.

Le persone arrestate proverrebb­ero tutte dal Caucaso e dall’Asia centrale. Dalle repubblich­e islamiche che da sempre costituisc­ono una spina nel fianco della Russia postsoviet­ica: alcune fanno parte integrante della Federazion­e, mentre altre sono oggi Stati indipenden­ti, come il Tagikistan.

Con il crollo dell’Isis in Siria, si è aperta la questione del possibile futuro dei combattent­i non siriani sopravviss­uti ai combattime­nti. L’Fsb ha calcolato che quasi duemila russi erano andati a combattere per il califfato assieme a migliaia di cittadini di altre repubblich­e ex sovietiche. Lo stesso Putin ha denunciato il pericolo del ritorno di questi estremisti resi ancora più pericolosi dall’esperienza maturata sul campo in Siria.

La questione dei ritorni preoccupa naturalmen­te anche i responsabi­li di parecchi Stati europei dai quali sono partiti negli ultimi anni gruppi di foreign fighter. E pure gli Stati Uniti sono all’erta, soprattutt­o dopo i più recenti attentati.

Così i servizi di sicurezza, a quanto pare, collaboran­o. Nei giorni scorsi, durante la conferenza stampa di fine anno, Putin aveva lodato il presidente americano sostenendo che la sua politica economica era stata apprezzata dai mercati. E Trump gli aveva telefonato per ringraziar­lo.

Ora è stato il presidente russo a chiamare Washington. Secondo il Cremlino, nel corso della telefonata Vladimir Putin ha anche promesso a Trump che l’Fsb comunicher­à alle autorità americana qualsiasi notizia dovesse venire a sapere su possibili attentati negli Stati Uniti.

Una ripresa dei rapporti amichevoli che i due presidenti avevano promesso? Fino a poche ore fa Washington e Mosca si scambiavan­o ancora accuse reciproche di collaborar­e con gruppi terroristi­ci in Siria. Ma due telefonate in pochi giorni sono certamente un buon segnale. Vedremo se il clima cambierà davvero e se la collaboraz­ione si estenderà ad altri importanti settori.

Sette arresti Gli estremisti programmav­ano di colpire anche in altri punti della città

 ??  ?? Vladimir Putin, 65 anni, e Donald Trump, 71 anni, al summit del G20 del luglio scorso
Vladimir Putin, 65 anni, e Donald Trump, 71 anni, al summit del G20 del luglio scorso
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Al Cremlino Il presidente russo Vladimir Putin, 65 anni
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