«Manette esagerate Io populista? No, domo gli spiriti guerrieri»
«Capisco le esigenze del ministro Minniti, ma militarizzare mezzo Salento avrebbe incendiato il clima, invece di raffreddarlo. Bene che sia stato bocciato l’emendamento del governo, ora sono pronto a incontrare il ministro dell’Interno e il premier Paolo Gentiloni». Michele Emiliano, presidente della Puglia, nonché esponente di punta della minoranza del Partito democratico, ha alzato spesso la voce per la vicenda del gasdotto Tap in questi giorni.
L’emendamento del governo che puniva con l’arresto chi fosse entrato nei cantieri è stato respinto.
«Impuntarsi in modo muscolare sarebbe stata una leggerezza imperdonabile, un atto sbagliato. Nonché un errore tecnico, perché non c’entrava nulla con la legge di bilancio. E poi avrebbe trasformato il Tap in No Tap, il che è ridicolo, perché noi siamo favorevoli all’opera, non contrari».
Non c’è tensione?
«No, era una trovata sproporzionata rispetto al clima reale che si vive in Puglia, che non è affatto teso».
L’altro ieri c’è stata un’aggressione al viceministro Teresa Bellanova.
«Purtroppo sì, mi è dispiaciuto moltissimo che il viceministro sia stato contestato duramente dal sindaco. Bisogna stare attenti a non spostare il confronto dalla politica allo scontro fisico. L’emendamento sarebbe stato il detonatore della protesta. Forse serve qualche manifestazione in meno e qualche incontro di lavoro in più».
Lei è accusato di alimentare il clima di protesta.
«Il confronto è sempre stato civile. E io ho dato la disponibilità al ministro Minniti a in- contrare lui e il premier insieme ai sindaci coinvolti per spiegare che, proprio come dice il ministro Calenda, se si tratta solo di un tubo, non c’è nessuna ragione per farlo arrivare nel posto sbagliato».
L’effetto Nimby, «non nel mio giardino».
«Non c’entra. Noi siamo a favore del gasdotto, ci serve per decarbonizzare l’Ilva. Ma su 900 chilometri di costa pugliese, forse ci può essere consentito di non far arrivare il gasdotto in uno dei parchi naturali più belli della Puglia e sulla più bella spiaggia
BOSNIA E. SERBIA
ITALIA San Foca
BULGARIA ALBANIA
Melendugno (LE) dell’Adriatico. No?».
L’accusano di demagogia. Persino Andrea Orlando ha detto di non apprezzare troppo la sua «cifra» populista.
«Sono un magistrato non un populista. E rispetto il programma di governo, che prevede lo spostamento dell’approdo del gasdotto di 30 chilometri, nel brindisino, dove non ci sono preoccupazioni ambientali e turistiche. Quanto a Orlando, quando farà il presidente della Puglia imparerà a domare lo spirito guerriero del Sud. Non è così facile come a La Spezia».
Prodi parla di «un’opposizione locale alimentata da spinte irrazionali».
«Prodi si rilegga i miei interventi e potrà verificare che siamo tutti favorevoli al gasdotto. Purché non arrivi in una zona pregiata».
Però lei, prima dell’infelice paragone del cantiere con Auschwitz, di cui si è poi scusato, ha accusato Calenda di essere servo delle lobby del carbone e del gas.
«Calenda fa male alla nostra battaglia. Preferisco parlare con Gentiloni, di cui ho fiducia. Non con lui che, per quella ragione che accennava nella domanda, è una parte, un soggetto politico non terzo».
Lei ha accusato i renziani di «non ascoltare» e di essere «superficiali».
«Devo dire che in queste ore ho trovato ascolto e molta vicinanza