Consob, la poltrona vacante
Da giovedì scorso la Consob non ha più un presidente, il mandato di Vegas è scaduto. Rinviare la nomina non sarebbe lungimirante.
La politica tutta, pronta a parole a preoccuparsi delle sorti dei risparmiatori, sembra non interessata a chi dovrà guidare l’istituto che vigila sulla Borsa. Quello che dovrebbe garantire e imporre trasparenza a chi offre prodotti finanziari ai piccoli e grandi investitori. Dall’anno prossimo, il 3 gennaio, entrerà in vigore anche la Mifid 2. Sono le norme che impongono a tutti gli intermediari, non solo le banche, maggiore trasparenza sulle formule di investimento, a cominciare dai costi. Le norme si susseguono e la trasparenza è fondamentale come altrettanto essenziale e la vigilanza per evitare raggiri e vere e proprie truffe come accaduto in passato. E avere conferito l’incarico di presidente vicario al consigliere con più anzianità, Anna Genovese, è l’atto tanto necessario quanto provvisorio, per evitare pericolosi vuoti. Già una commissione sulle banche, questa volta di Indagine, quella costituita al Senato, era giunta nel febbraio di quest’anno alla conclusione che proprio la mancata delineazione precisa dei compiti di vigilanza sulla trasparenza della Consob e di quelli della Banca d’Italia a presidio della stabilità del sistema del credito, era stata all’origine della scarsa collaborazione tra le due Authority. Alla casella da riempire del presidente va aggiunta quella di un altro membro della Consob, composta da quattro commissari. Nomine non facili certo, perché dovranno essere in grado di ripristinare la fiducia dei risparmiatori. Il compito di designare il presidente della Consob spetta a Palazzo Chigi, alla presidenza del Consiglio. Il clima da resa dei conti e da campagna elettorale che si è creato attorno alla Commissione d’inchiesta sulle banche rende la nomina ancora più difficile. Tanto più in un Parlamento in via di scioglimento che sembra molto più interessato alla campagna elettorale. Ma il rinvio sarebbe la scelta meno lungimirante.