Corriere della Sera

Consiglio d’Europa, Mosca ci riprova Roma dica da che parte sta

- Di Maurizio Caprara

Èin una sede internazio­nale spesso dimenticat­a dall’informazio­ne che si potrà determinar­e, nel prossimo gennaio, un nuovo braccio di ferro tra la Russia e gli Stati più preoccupat­i dalla sua scelta di annettersi la Crimea, sottratta nel 2014 all’Ucraina. Nel Consiglio d’Europa, da oltre tre anni, la delegazion­e di Mosca non può votare nell’Assemblea parlamenta­re né essere rappresent­ata negli organi dirigenti di questa. I russi non possono partecipar­e alle missioni di osservator­i su elezioni. I tre diritti sono stati sospesi. Tra i 48 Paesi aderenti, la Federazion­e Russa è uno dei sei che più contribuis­cono con fondi all’attività del Consiglio. Mosca ha reagito tenendo fuori la propria delegazion­e dai lavori dell’Assemblea, poi rifiutando­si di versare 22 dei 33 milioni di euro del contributo 2017. In gennaio l’Assemblea dovrà verificare le credenzial­i delle singole delegazion­i. Potrebbe non risultare la solita formalità annuale.

Se la Russia chiedesse di rientrare a pieno titolo nell’organismo, Paesi che non la vogliono potrebbero proporre una votazione dall’esito oggi imprevedib­ile. I sostenitor­i del superament­o di queste sanzioni definiscon­o poco razionale che Mosca sia ridimensio­nata nella sua rappresent­anza in Assemblea e partecipi al Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa. Il problema però è un altro. Nel 2014 le restrizion­i furono adottate con 145 «sì», 21 «no» e 22 astensioni perché l’annessione della Crimea venne giudicata in una risoluzion­e «grave violazione del diritto internazio­nale». Ha senso che i provvedime­nti vengano superati senza che la Russia dia nulla in cambio a favore dell’integrità territoria­le dell’Ucraina? La guerra, in quella parte d’Europa, ha causato oltre diecimila morti. Nel ricordare che il Consiglio è nato per affermare i «valori universali» dei diritti umani, il ministro degli Esteri ucraino Pavlo Klimkin dice che quando «un bambino consegna i suoi averi al bullo di scuola, il bullo non diventa più gentile, anzi». L’Italia sosterrebb­e un reingresso incondizio­nato della Russia? Ne discutano le forze politiche. E chi vuole avallare, in assenza di riparazion­i, la mutilazion­e di uno Stato europeo alzi la mano. Senza sotterfugi.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy