Corriere della Sera

È GIUSTO CHE IL RIPOSI A VICOFORTE

RE

- Itarma47@gmail.com lucacodi@gmail.com Gianrocco Torio Matteo Ronchi Andrea Baglioni

Caro Aldo, finalmente Igor il russo è stato catturato. Ma io sarei più tranquillo se la Spagna non concedesse l’estradizio­ne, vista «l’incertezza della pena» in Italia. Saremmo per lo meno sicuri che il killer pagherebbe per intero i suoi delitti efferati!

Gilberto Tardivo

Caro Giuseppe, temo che lei abbia ragione.

LUDOPATIA

Dopo le stragi del sabato sera e il periodo delle pastiglie di extasy ora in Italia è scoppiata la ludopatia. Come l’alcolismo, la malattia del gioco è un grande problema e va seguito con attenzione. Giusto! Quindi non dovrebbe esserci nemmeno la pubblicità sull’azzardo. E mi disturba pure che, quando vado in posta, sopra gli sportelli ci sia una miriade di «Gratta e vinci» che promettono guadagni da 100 mila a un milione. Quanta ipocrisia nel nostro Paese! Gianluca Codi Le lettere firmate con nome, cognome e città e le foto vanno inviate a «Lo dico al Corriere» Corriere della Sera via Solferino, 28 20121 Milano Fax: 02-62827579

lettere@corriere.it lettereald­ocazzullo @corriere.it

Aldo Cazzullo - «Lo dico al Corriere» «Lo dico al Corriere» @corriere

Caro Aldo,

il governo ha fatto rientrare le salme dei reali in Italia alla chetichell­a, dalla porta di servizio, senza nemmeno annunziarl­o. Povera Italia: cancella il proprio passato! Il rientro delle spoglie dei reali è una buona notizia. Finalmente è stato compiuto il primo passo, nell’attesa che possano riposare nel Pantheon con gli altri re. Le spoglie di un re complice di un regime totalitari­o che dopo l’8 settembre è scappato, tornano in Italia mentre quelle di migliaia di soldati italiani morti in Africa e in Russia vengono lasciate dove sono, lontane migliaia di chilometri dalla patria per cui sono morti e dalle famiglie che li avevano amati!

Cari lettori,

Il rientro delle salme di Vittorio Emanuele III e della regina Elena è la notizia di gran lunga più commentata in questi giorni. Quasi nessuno ne è soddisfatt­o (del resto chi è soddisfatt­o di solito non scrive ai giornali). Per molti di voi è troppo: dovevano restare dov’erano. Per molti è troppo poco: meritavano di più. Gli uni sottolinea­no le colpe del re, anche se la lettura non è univoca: qualcuno lo accusa di aver aperto le porte a Mussolini, qualcun altro di averlo tradito. Gli altri ricordano che in quanto re gli è dovuto l’onore massimo: il Pantheon, accanto a Vittorio Emanuele II, «padre della patria», e a Raffaello, «da cui quand’era vivo la Natura temette di essere vinto, e quando morì di morire con lui».

Dopo l’11 settembre 2001 partii per un reportage in Medio Oriente, per raccontare le reazioni dei Paesi arabi. Capitai anche ad Alessandri­a d’Egitto, e andai a vedere la tomba di Vittorio Emanuele III. L’uomo che nel bene e nel male (più nel male che nel bene) aveva regnato sull’Italia per quasi mezzo secolo riposava dietro l’altar maggiore di una piccola chiesa cattolica, spesso deserta. Credo sia giusto che ora riposi in patria, sia pure in un luogo appartato come il (bellissimo) santuario di Vicoforte. Il Pantheon sarebbe troppo, per il monarca che non firmò lo stato d’assedio al tempo della marcia su Roma e firmò le leggi razziali alla vigilia di una guerra disastrosa; per tacere dell’8 settembre. Ma un conto è il giudizio storico negativo, che non può cambiare; un altro è il rispetto dovuto alla memoria nazionale. A me pare che Mattarella si sia mosso con giusta cautela. Non è detto che le ferite debbano sanguinare per sempre.

«Combattere la malattia con serietà»

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