Addio a Umberto Stefani: nel ’56 raccontò Marcinelle per il «Corriere della Sera»
Umberto Stefani è stato un grande italiano in Europa. Con lui, morto a Bruxelles a 98 anni, esce di scena uno degli ultimi esponenti della generazione dei padri fondatori. Ma con Stefani scompare anche un membro della famiglia del «Corriere», di cui dal 1947 al 1958 fu il primo corrispondente dalla capitale belga. Fu lui a raccontare per i nostri lettori la tragedia mineraria di Marcinelle, dove l’8 agosto ’56 morirono 262 persone di cui 136 emigrati italiani. Si era laureato a Firenze in psicologia e a Pisa in Scienze politiche e dopo l’esperienza da giornalista aveva iniziato una prestigiosa carriera nella Commissione europea, arrivando alla guida della Direzione generale per i rapporti con il Consiglio. Una delle cose di cui andava più fiero l’aveva fatta dopo il pensionamento del 1983, quando era stato nominato direttore onorario per i rapporti con le Chiese: fu lui a organizzare la storica visita di Giovanni Paolo II alla sede della Cee il 20 maggio 1985, la prima di un Papa alle istituzioni comunitarie. La sua carriera proseguì nell’accademia, docente di Diritto internazionale all’Università cattolica di Lovanio e visiting professor all’Istituto di Studi europei di Bruxelles e alla Scuola diplomatica di Madrid. Stefani è stato anche consigliere per gli affari europei di vari presidenti della Regione Toscana. (p.va.)