Griezmann «nero» e accusato di razzismo ma era un omaggio agli Harlem Globetrotters
Antoine Griezmann, stella della Nazionale di calcio francese e dell’Atletico Madrid, domenica ha postato su Instagram una sua foto in stile anni Ottanta, travestito da giocatore di basket degli Harlem Globetrotters, e quindi con la pelle tinta di nero. È stato immediatamente coperto di proteste e insulti, accusato di essere razzista. Ha provato a difendersi con un tweet — «Calma amici, sono un fan degli Harlem Globetrotters e da un bel pezzo, è un omaggio...» —, ma non c’è stato niente da fare. Ha cancellato la foto e il tweet e si è scusato: «Riconosco di essere stato maldestro. Se ho ferito alcune persone chiedo scusa». Il punto è che, senza saperlo, Griezmann si è dato alla pratica del blackface, nata negli Stati Uniti dell’Ottocento per deridere i cittadini neri. Negli spettacoli dell’epoca alcuni attori bianchi si tingevano il volto per fare la caricatura degli afroamericani sempre ritratti come indolenti, inaffidabili, poco intelligenti. Ma se il blackface è immediatamente riconoscibile come razzista negli Stati Uniti, in Europa non è così. L’intento di Griezmann era rendere omaggio a una squadra spettacolare, e magari deridere se stesso, alto neanche uno e ottanta e biondo con gli occhi azzurri. In sua difesa è dovuta intervenite la ministra dello Sport, Laura Flessel: «So quanto questo grande giocatore è impegnato contro le discriminazioni. Quella foto non aveva cattive intenzioni».