Agnelli, la squalifica è finita Juve senza ultrà contro il Genoa
Processo d’appello per il caso biglietti: il presidente alla fine ha scontato 85 giorni
La squalifica è finita. Andrea Agnelli ha vinto il secondo round del processo per il caso biglietti-ultrà, ma la sentenza della corte federale d’Appello lascia un gusto amarognolo al presidente della Juventus. Agnelli, difeso dagli avvocati Franco Coppi e Luigi Chiappero, confidava nell’assoluzione piena e invece il secondo grado di giudizio «ridetermina la sanzione inflitta nell’ammenda di 100 mila euro e nell’inibizione fino alla data odierna», cioè ieri, quando Sergio Santoro, presidente del collegio giudicante, ha comunicato le decisioni adottate.
Agnelli era stato condannato a un anno e 20 mila euro di multa. La Procura, sia in primo grado che ricorrendo in appello, ha sempre chiesto due anni e mezzo di squalifica tanto che adesso Giuseppe Pecoraro, capo degli 007 federali, sbotta: «Questa sentenza è un brutto precedente. Si è voluto monetizzare la sanzione». Per la procura la sconfitta è palese. Da trenta mesi a 85 giorni, tanti ne ha scontati il presidente bianconero, il salto è enorme. L’impianto accusatorio è stato smontato. Il ricorso al collegio di garanzia del Coni, la cassazione dello sport, è nelle mani della Figc, ma è facile ipotizzare che la storia, almeno dal punto di vista dell’accusa, finisca qui.
La Juve non commenta. I bianconeri prendono atto della sentenza e prima di decidere qualsiasi eventuale mossa successiva aspettano di leggere le motivazioni che dovrebbero arrivare tra una ventina di giorni. Un conto è l’assoluzione invocata. (Getty Images)