Corriere della Sera

Natale a Milanello dopo il disastro di Verona

La società: «Ritiro a oltranza». Fassone non licenziabi­le con il finanziame­nto in corso

- Arianna Ravelli

Non è stato, né poteva essere, senza conseguenz­e il disastro del Milan a Verona. Che, però, si limitano alla strigliata collettiva decisa dalla società: ritiro da oggi dopo l’allenament­o «fino a data da destinarsi» (sabato c’è l’Atalanta, il 24, il 25 e il 26 era già stato previsto allenament­o visto che il 27 c’è l’Inter in Coppa Italia) e cena di Natale tra giocatori e dirigenti (in programma ieri) annullata, perché con 5 punti in 5 partite (le ultime tre con un nuovo allenatore) la voglia di festeggiar­e è passata. Servirà a poco o nulla il ritiro (l’ultimo lo aveva deciso Sinisa Mihajlovic, senza evitare peraltro l’esonero la settimana successiva), per la società è un modo per fare gruppo e per ricordare che, nella distribuzi­one delle responsabi­lità — che non può escludere nessuno — qualcuna tocca anche ai giocatori. Che, quest’estate, è giusto ricordarlo, per tutti i commentato­ri formavano una rosa competitiv­a. Può essere che sia stato un abbaglio collettivo, può essere che la squadra sia stata costruita male (oggi pesa soprattutt­o l’assenza di un bomber), di sicuro i giocatori stanno tutti rendendo meno di quello che valgono.

Intanto, sentito il proprietar­io Yonghong Li, e dopo aver fatto il punto con Rino Gattuso in sede (che, a dispetto di alcune voci, non ha proprio pensato alle dimissioni), l’ad Marco Fassone e il ds Massimilia­no Mirabelli hanno appunto deciso l’extrema ratio del ritiro a Milanello. L’analisi sulla di- sfatta di Verona era già stata sviscerata: sono stati considerat­i errori di natura tecnica (lo spostament­o di Borini, uno a cui Gattuso non rinuncereb­be mai, terzino sinistro probabilme­nte non ha aiutato), sono tornati chiari i problemi caratteria­li (oltre all’incapacità di reagire, non ha convinto l’approccio di chi è (LaPresse) entrato a gara in corsa) e si è riproposto il tema della condizione fisica. La squadra ha sofferto le tre partite in otto giorni, mentre la situazione era migliorata dopo una settimana tipo di allenament­i.

Altre rivoluzion­i non sono attese, nonostante il gossip sul Milan sia sempre acceso. Nello statuto, proprio su richiesta di Elliott che ha prestato 303 milioni, è stato scritto che l’ad Fassone non è licenziabi­le fino a quando è in corso il finanziame­nto (il fondo ha voluto anche che il voto dell’ad, in caso di parità in consiglio, valesse doppio). Detto questo, la priorità resta rifinanzia­re il debito: continua il lavoro con Bgb e Highbridge. La trattativa in esclusiva durerà fino alla settimana dell’Epifania; se non si dovesse concludere, si analizzera­nno le offerte di altri soggetti.

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Arrabbiato Rino Gattuso, 39 anni: 5 partite sulla panchina del Milan: 2 sconfitte, 2 vittorie e 1 pari

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