«Io serena» Ma il partito ne sonda il gradimento
Maria Elena Boschi appare sorridente e tranquilla nel giorno dell’audizione di Ignazio Visco. A qualche collega di partito, durante la cerimonia degli auguri al Quirinale, la sottosegretaria confida: «Bene, il governatore ha confermato che da parte mia non ci sono state pressioni. Spero che l’accanimento nei miei confronti cessi». Boschi non sembra in ansia nemmeno per l’audizione di oggi di Federico Ghizzoni. Al Nazareno sono convinti che anche l’ex amministratore delegato di Unicredit dirà che l’allora ministra non ha fatto nessuna pressione. È un altro, piuttosto, il motivo di preoccupazione dei vertici del Partito democratico: questo «caso» inciderà sulle elezioni? Insomma, per dirla con le parole di un renziano di rango, «il Pd riuscirà a risalire la china»? L’altro ieri da un focus group della Swg alla presenza di alcuni dirigenti del partito sono emersi segnali allarmanti. Il cosiddetto «giglio magico» viene visto come una sorta di «cricca» e Boschi è stata molto criticata. L’opinione prevalente emersa da quel focus che ha lasciato di sasso i vertici del Nazareno è che la sottosegretaria non si dovrebbe candidare alle prossime elezioni. È un’opinione, questa, condivisa anche da alcuni esponenti della minoranza. Come Orlando, secondo il quale sulla candidatura di Boschi «bisogna ragionare bene». O Cuperlo, che sulla sottosegretaria la pensa così: «Avrebbe fatto bene a seguire l’esempio di Renzi e a non entrare al governo dopo la sconfitta della sua riforma. Ci sono momenti nella vita politica in cui dire di no aiuta a difendere la propria credibilità». E così, nonostante le chiare parole di Visco, per Boschi, a quanto pare, il calvario non è finito. A gennaio il partito deciderà della sua candidatura. Renzi e Gentiloni hanno già detto che secondo loro dovrà presentarsi alle elezioni. Ma la parola finale spetta alla direzione del Partito democratico.