Puglia d’inverno: il fuoco gigante e la brezza marina
Eventi e iniziative in tutte le stagioni, dalla leggendaria festa di Novoli alla pace delle masserie. A cominciare dallo spettacolo dell’alba a Otranto e dal magico mondo di Cisternino, che ha uno dei centri storici più belli del Pianeta
Il salmastro ha un altro profumo, quando arriva l’inverno. E in quel tratto d’Italia che si allunga tra i due Mari, l’Adriatico e lo Ionio, ha anche un potere taumaturgico. Quando il maestrale urlando ridisegna le onde, cambia i colori e opacizza i vetri delle case, il salmastro fa respirare anche l’anima. Basta una passeggiata sul Lungomare degli Eroi, a Otranto, per essere rapiti dall’«essenza». Oppure immergersi nel panorama che non ti aspetti del Lungomare Nazario Sauro di Bari, magari all’alba quando il crepuscolo confonde i colori e l’aerosol dipinge il panorama come in un dipinto dei macchiaioli. La magia si ripete a Taranto, a Brindisi. Ed è veramente dolce naufragare in questo mare.
Che poi non è solo il mare a rappresentare la Puglia d’Inverno, con le lettere maiuscole come si deve al titolo di un capolavoro. Avete mai guardato il cielo stellato a dicembre, gennaio o febbraio dal pertugio di una masseria? Avete mai camminato durante una giornata fredda e serena in un oliveto guardando lo scintillio della rugiada? E, ancora, il fuoco sacro (e buono) più grande del mondo, non vi ha mai riscaldato nel cuore del Salento?
Un viaggio d’inverno in Puglia è anche un’esperienza mistica. Che in questi giorni di feste è ancora più suggesti-
va. Come la visita al presepe vivente nell’ipogeo della Madonna di Grottole a Polignano a Mare, il borgo barese sospeso sulle rocce e con i balconi delle case a picco sul mare, dove nacque Modugno.
Verso nord, stavolta siamo in provincia di Foggia, c’è Vieste, un altro borgo marino. Che ha imparato ad accendersi anche a dicembre e gennaio. Botteghini, piccole trattorie, e il classico aperitivo al tramonto sul trabucco, la piattaforma di legno ancorata sulla roccia davanti al mare.
Se poi sono le suggestioni dei riti atavici ad attirarvi, non c’è che aspettare il 16 gennaio, il giorno di Sant’Antonio abate quando a Novoli, paese di 8 mila anime a tredici chilometri da Lecce, è la Fòcara a rispendere nella notte più buia e più lunga. La festa è leggendaria. Luminarie, mercati e soprattutto lui, il fuoco buono, il più grande del mondo, che arde su un catasta di 25 metri di tralci di vite. Fiamme altissime e poi giochi pirotecnici davanti a centomila persone. Sempre nell’entroterra (provincia di Brindisi) ecco il magico Cisternino, borgo dal sapore orientale con uno dei centri storici più belli al mondo e piccola capitale del Bello a cavallo tra Murgia e Val d’Itria.
Poi ci sono le magie invernali dei Trulli di Alberobello (e non solo) quando si ha la fortuna di vederli accarezzati dalla brina o coperti dalla neve. Oppure le suggestioni dell’Alba dei Popoli che da novembre sino al 7 gennaio (concerto di Goran Bregovic) trasforma Otranto in un grande palco e si autorappresenta con uno spettacolo naturale: quello del sorgere del sole nell’Est più estremo.
La Puglia si è vestita per tutte le stagioni. Promozione turistica, comuni e Regione stanno organizzano eventi e iniziative (come il piano strategico 2017 InPuglia365) per far capire ai turisti che non esiste soltanto l’estate. «La Puglia è una regione da sperimentare tutto l’anno – conferma Loredana Capone, assessore regionale all’Indu- stria turistica e culturale – e d’inverno ha un suo fascino particolare. L’anima della Puglia risplende nella molteplicità dei suoi territori, nella dolcezza del suo orizzonte, nello splendore della campagna con i muretti a secco e dei suoi ulivi millenari, nella trasparenza del mare, nei riti, nelle feste, nella musica e nella cultura, nei parchi dove si fa buon trekking e nelle masserie dove il cibo è a chilometro zero».
Già, il cibo. Si dice che mangiare le “Pettole con il Bimby” (frittelle di pasta lievitata) d’inverno sia un’esperienza indimenticabile. E ricordate bene: l’inverno è anche il periodo migliore per assaggiare le mitiche orecchiette con le cime di rapa.