È scritto nei geni: una persona su quattro è meno versatile
Ese fosse tutto merito (o demerito) di un gene? Stando a una ricerca condotta da studiosi dell’Istituto Italiano di Tecnologia, il multitasking potrebbe essere influenzato non poco dall’attività del gene COMT, conosciuto per essere coinvolto nella regolazione del neurotrasmettitore dopamina che è importante perla memoria, il piacere e la regolazione motoria. Gli scienziati, ricavando i dati da modelli animali e clinici, hanno innanzitutto dimostrato che il gene COMT ha un ruolo anche nella modulazione del sistema endocannabinoide, fondamentale per memoria e flessibilità cognitiva; quindi, hanno verificato che alcune varianti del gene portano a una maggior produzione della proteina correlata, mentre altre la diminuiscono.
Nel primo caso la capacità di multitasking e la memoria di lavoro peggiorano, mentre diventa più forte la memoria a lungo termine; nel secondo caso accade il contrario: sia- mo più versatili ma ricordiamo meno. Una persona su quattro possiede il gene «sfavorevole», che rende meno capaci di gestire più attività in contemporanea. Secondo Francesco Papaleo, coordinatore dello studio: «Distinguere su base genetica individui con diverse abilità cognitive potrebbe aiutare a trattarli in modo più personalizzato nel caso sviluppino patologie in cui vi siano anche alterazioni delle capacità di multitasking o di memoria a lungo termine, come accade per la schizofrenia o il disturbo post-traumatico da stress».
Analogie funzionali Capacità ridotte anche nella schizofrenia o nel disturbo posttraumatico da stress