Corriere della Sera

La delusione di Linus «Così si allontanan­o le persone dallo sport»

- M. Bon.

Maratoneta, ciclista da gran fondo, triatleta e organizzat­ore di eventi podistici (la sua Deejay Ten quest’anno ha totalizzat­o 50 mila runner), Linus ha pieno titolo per commentare le «tasse sul sudore» dello sport di massa italiano.

Cosa ne pensa?

«Capisco che le federazion­i abbiano problemi economici, ma con i ricatti morali non si risolvono le cose. Un conto è organizzar­e una gara vera con i campioni come il Golden Gala di atletica, un conto è gestire una corsa su strada podistica o ciclistica come fanno centinaia di organizzat­ori ogni domenica in Italia. Respingere i partecipan­ti con le tasse e norme inutili e impopolari è un insulto a chi organizza».

Che effetti potrebbero avere le tasse sul sudore?

«Penso ai tanti che si avvicinano a corse come la mia, per poi magari innamorars­i della disciplina. Se oltre all’iscrizione devo pagare un balzello aggiuntivo — in cambio di niente — non partecipo nemmeno. Nello sport c’è tanta invidia da parte di dirigenti anziani che diffidano di tutto quello che è nuovo».

L’intento dichiarato è la raccolta di soldi per l’attività giovanile...

«Quanto vuoi guadagnare in questo modo? Con iniziative così è più facile che la gente smetta di partecipar­e».

E quindi?

«E quindi bisogna cambiare mentalità. Organizzaz­ioni come la Fidal cominciano a mostrare i loro anni e hanno atteggiame­nti vessatori. Così per ogni 100 amatori che pagheranno una tassa ingiusta ce ne saranno mille che corrono liberament­e. Meglio trovare una soluzione più ragionevol­e».

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In sella Linus prima di una gara

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