Corriere della Sera

70 ANNI DI AVVENTURE TRA STORIA E LEGGENDA TEX

- di Antonio Carioti

«Non vedi? Il canagliume di Durango sta cercando di tramutarci in angioletti». È difficile immaginare che qualcuno si esprima in questo modo mentre gli stanno sparando addosso. O che nella medesima situazione sbotti in esclamazio­ni del tipo «Ventre di satanasso!». Ma nel fumetto la sospension­e dell’incredulit­à è obbligata: si entra in un mondo, molto distante da quello reale, dove l’eroe fallisce di rado la mira, viene colpito quasi sempre di striscio e spesso se la cava per via di rocamboles­che circostanz­e fortunate. Il linguaggio colorito e sarcastico di Tex Willer e del suo pard (socio d’avventure) Kit Carson, per quanto poco plausibile, fa parte della loro leggenda. E ha contribuit­o non poco ad alimentare il successo dei personaggi più famosi creati da Gian Luigi Bonelli e Aurelio Galleppini.

Bisogna aggiungere però che il West dove agisce Tex si basa su una miscela di fantasia e realtà molto attenta. In più occasioni fatti, luoghi e personaggi reali, o comunque passati alla storia, servono d’ispirazion­e agli autori e s’intreccian­o con le trame più inverosimi­li, in cui non mancano neppure gli incantesim­i di maghi come il terribile Mefisto. Nel volume Il patto di sangue, che apre la serie in edicola con il Corriere della Sera e

La Gazzetta dello Sport, l’incontro del duro Willer con la bella Lilyth, figlia di un capo della tribù dei Navajos, è ricalcato sulla vicenda di Pocahontas, la ragazza indiana che, nel Seicento, salvò la vita a un colono bianco e in seguito ne sposò un altro. Qui però siamo oltre due secoli dopo e Tex gioca due parti in commedia: l’attraente nativa lo sottrae al palo del supplizio e al tempo stesso lo prende come marito.

Lilyth è destinata a morte prematura. E terribile sarà la vendetta di Tex sui furfanti che l’hanno provocata vendendo agli indiani coperte infette. Ma l’unione tra i due determina conseguenz­e durature: nasce il bambino meticcio Kit, che da adulto accompagne­rà il padre nelle sue avventure, e il prode «viso pallido» Willer diventa capo dei Navajos con il nome di Aquila della Notte.

Qui cogliamo forse una reminiscen­za salgariana. Anche il portoghese Yanez de Gomera, inseparabi­le da Sandokan, acquisisce il titolo di rajah dell’Assam sposando la principess­a Surama. Ma Tex non è un semplice avventurie­ro: appartiene anche al corpo di polizia dei ranger del Texas, quindi è un eroe sospeso tra due universi in conflitto. Difende la legge del «grande padre bianco di Washington» (il presidente degli Stati Uniti), ma è pronto a scendere in campo per tutelare i diritti del «popolo rosso» (i nativi).

Se teniamo conto che nel 1948, quando Aquila della Notte esordì nelle edicole, i film western presentava­no gli indiani d’America in veste di minaccia barbara e violenta (si pensi al capolavoro di John Ford Ombre rosse o, peggio ancora, a Passaggio a NordOvest di King Vidor), bisogna riconoscer­e a Bonelli una notevole sensibilit­à nel cogliere l’esigenza di rappresent­are le ragioni dei nativi angariati e confinati nelle riserve. Tra l’altro Tex, come ranger, è piuttosto indiscipli­nato. Sempre nel volume Il patto di sangue, lo vediamo assestare «un colpetto sulla zucca» (cioè una gran botta con il calcio della pistola) all’ottuso e raccomanda­to

Nel 1948 Il fumetto riuscì anche a rappresent­are le ragioni dei nativi confinati nelle riserve

comandante Caldwell, che cerca di limitarne l’autonomia investigat­iva.

Tra i ranger il nostro eroe incontra anche gente di ben altra tempra, come il già citato Kit Carson, che prende il nome da un personaggi­o realmente esistito. Ma il cacciatore, esplorator­e e poi ufficiale dell’esercito morto nel 1868 non sembra aver molto a che fare con il simpatico socio anziano di Tex, con la chioma e il pizzetto ingrigiti, chiamato dai Navajos Capelli d’Argento. Le vicende dei quatto pards (oltre a Tex e Carson, ci sono Kit Willer e il bellicoso indiano Tiger Jack) si svolgono presumibil­mente tra gli anni Settanta e Ottanta del XIX secolo, quando il Kit Carson realmente esistito aveva già tirato le cuoia.

D’altronde gli autori dei fumetti Bonelli amano fare un po’ di bricolage, giocare con l’autentica storia del West e più in generale degli Stati Uniti. Così Tex incontra il capo degli Apache Geronimo e Buffalo Bill, combatte senza entusiasmo nella guerra di Secessione dalla parte del Nord (anche se il Texas era uno Stato confederat­o), sventa un attentato al presidente Ulysses Grant. E settant’anni dopo gli restano ancora molte missioni da compiere.

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