Il poker segreto delle star
Film sulla regina del gioco che ospitava Affleck e Damon Il regista Sorkin: ritratto di una donna, non giudico i reati
che divenne un’avventuriera suo malgrado perché lei era all’oscuro delle interferenze della mafia russa nelle partite».
Ritiene che Molly sia lo specchio di tante «self made women» che si trovano in spirali gestite da uomini?
«Certo: sono gli uomini a Hollywood che gestiscono le regole. Nelle donne c’è sempre una carica di idealismo. Anche in Molly, decisamente vulnerabile nelle rischiose partite della vita».
Ha pensato anche a questo durante lo scandalo Weinstein sugli abusi sessuali?
«Certo. Ho una giovane figlia, Roxy, che vuole entrare nel mondo dello spettacolo come regista e molto prima del caso Weinstein l’avevo messa in guardia su come difendersi da qualsiasi molestia».
Perché ha scelto Jessica Chastain come protagonista, dopo aver pensato anche a Emma Stone?
«Chastain ha un misto di vulnerabilità, glamour e forza che mi è parso perfettamente aderente al ruolo. Ed è una donna, Amy Pascal, che ha prodotto il film e scelto Natale come data per l’uscita Usa».
I suoi maggiori successi sono legati a personaggi maschili...
«Non sempre. Ora sto lavorando con Cate Blanchett a una versione cinematografica della straordinaria vita e carriera di Lucille Ball, che raggiunse la massima popolarità con la serie televisiva I love
Lucy. Lucille fu una pioniera della tv popolare, penso sia stimolante analizzare il perché del suo successo e la sua scelta di essere di sinistra in tempi ardui. Mi sono sentito molto preso come quando mi impegnai nel copione del film su Steve Jobs».
Le capita, scrivendo, di pensare al ragazzo che è stato e che sognava il mestiere d’attore?
«Mi sono riservato un piccolo ruolo in The social
network. Perché non ho scordato la mia passione per la recitazione nata quando a 5 anni andai a vedere a Broadway
Don Quixote. Sentirsi un cavaliere errante tra scacchi e vittorie è sempre fertile e tutti dovremmo ricordarcelo nelle battaglie di oggi».
I clienti Nei giri clandestini l’influenza della mafia russa. Tra i clienti divi, manager e sportivi