Corriere della Sera

Posti in lista, Orlando avverte il leader pd

Il partito stima di poter ottenere 250 eletti. Il ministro: «Le scelte devono essere condivise»

- M.T.M.

«La minoranza sarà coinvolta passo passo e io rispetterò tutti gli equilibri»: prima di partire per una vacanza in montagna con la famiglia Matteo Renzi ha voluto tranquilli­zzare il partito. Anche se lo stesso segretario, pur non prevedendo «problemi per la composizio­ne delle liste», è conscio che «di qui alle candidatur­e ci sarà un po’ di fibrillazi­one», come testimonia­no le parole di Orlando che ieri è tornato a sollecitar­e una riunione della Direzione per «scelte condivise».

Ma le grane non dipendono solo dalle liste: nel Lazio la situazione si è fatta complicata. Nicola Zingaretti rischia. E infatti ha lanciato un appello all’unità. Liberi e uguali, però, non lo ha ancora raccolto. Mdp propendere­bbe per appoggiarl­o (visto che sta già in giunta), ma Fassina ha posto il veto. E ora le due anime del movimento si stanno confrontan­do. Non è escluso che a gennaio toccherà a Grasso trovare la soluzione.

Anche in Puglia la situazione è tutt’altro che semplice. D’Alema ha cominciato in anticipo una campagna a tappeto e nel Pd c’è chi insinua che tra lui ed Emiliano sia stato siglato un patto di non belligeran­za. Anche in Molise (dove si voterà per le regionali) il quadro è complesso, tant’è vero che non si esclude che alla fine si possa giungere a un compromess­o tra il Pd e Antonio Di Pietro.

Ci sono poi i problemi con i possibili alleati. Bonino insiste sulle firme che i radicali dovranno raccoglier­e, anche se in realtà il responsabi­le organizzat­ivo del Pd Andrea Rossi è stato già mobilitato per procurare ai radicali le sottoscriz­ioni che mancano. I leader dell’altra lista di centrosini­stra collegata al Pd, Insieme, sollecitan­o un incontro con Renzi. Questione di seggi sicuri perché difficilme­nte quella lista supererà il quorum. Ciò nonostante, il segretario prima della sua partenza, non sembrava preoccupat­o: «Fibrillazi­oni fisiologic­he, francament­e non c’è nessun vero problema», continuava a ripetere ai suoi.

Comunque, i vertici del Pd stanno già studiando la mappa delle candidatur­e. Al Nazareno immaginano che con il 25 per cento il partito avrà circa 150 eletti sul proporzion­ale tra Camera e Senato. Mentre sui collegi la coalizione dovrebbe prendere un centinaio di seggi sicuri (65 alla Camera e 35 al Senato).

I nomi dei candidati dei collegi saranno pronti il 15 gennaio. Per quelli del proporzion­ale bisognerà invece attendere la settimana successiva. E Renzi aspetta di vedere dove si presenterà Luigi Di Maio per decidere chi sarà il suo competitor.

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