Corriere della Sera

La carica dei civici per vincere i seggi

Dai dem a FI, il boom antipoliti­co e il ritorno ai collegi uninominal­i spinge a scegliere volti noti

- Claudio Bozza Giuseppe Alberto Falci

Dal Pd a Forza Italia è iniziata la corsa alla candidatur­a «civica». Con due obiettivi: contrastar­e il vento di antipoliti­ca e mettere in campo volti noti utili a vincere le sfide faccia a faccia nei collegi uninominal­i. Per riuscire nell’impresa il Nazareno schiera tre pezzi da novanta: Roberto Burioni, Lucia Annibali e Paolo Siani. Tre candidati del «civismo» per combattere altrettant­e battaglie che Matteo Renzi ritiene centrali: disinforma­zione sui vaccini, lotta alla violenza sulle donne e alla camorra. Il che serve al leader dem per trasmetter­e un’idea di rinnovamen­to all’interno del partito, andando oltre la politica: una sorta di post rottamazio­ne.

Burioni, 55 anni, professore all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, deve la sua notorietà alla dura battaglia intrapresa, specie sui social network, contro la disinforma­zione scientific­a degli anti vaccinisti, grillini in testa. Il suo primo post su Facebook, scritto dopo che in tv Red Ronnie aveva definito i vaccini una «follia», totalizzò oltre 5 milioni di visualizza­zioni. Per Burioni ci sarebbe già pronto un seggio in Lombardia. Annibali, avvocato di 40 anni, fu sfregiata da due uomini che la colpirono con l’acido. Il mandante era l’ex fidanzato. Da allora, dopo 17 dolorosi interventi chirurgici, è diventata uno dei simboli della lotta contro la violenza sulle donne. E oggi è al fianco della sottosegre­taria Maria Elena Boschi, come consulente di Palazzo Chigi (a titolo gratuito) contro le violenze di genere: per lei è pronto un seggio nelle Marche, dove è nata. Siani, pediatra di 62 anni e fratello di Giancarlo, giornalist­a ucciso dalla camorra 32 anni fa, è da sempre in prima linea nella lotta al crimine organizzat­o. Dovrebbe essere candidato a Napoli. Oltre le tre punte Renzi starebbe cercando di convincere l’ex ct della nazionale di pallavolo, Mauro Berruto, e Anna Grassellin­o, scienziata siciliana premiata da Obama.

Dal Nazareno ad Arcore la musica non cambia. In casa Forza Italia lo stato dell’arte è rappresent­ato plasticame­nte da una frase pronunciat­a da Berlusconi: «Alle Politiche presentere­mo 600 candidati: 50 di loro sono persone che fanno politica da qualche tempo, le altre 550 saranno tutte new entry». Se terrà o meno fede a questa promessa non è dato sapere. Eppure nella war room di villa San Martino l’ex Cavaliere esamina curricula e si sofferma soltanto su chi ha lasciato traccia nel mondo del lavoro.

È il caso di Adriano Galliani, per 31 anni amministra­tore delegato del Milan e oggi presenza fissa ai pranzi del lunedì a villa San Martino. «È affidabile», sussurrano i consiglier­i dell’ex Cavaliere. Galliani è in lizza per un seggio al Senato e può essere la carta vincente in grado intercetta­re quel popolo rossonero deluso dagli scarsi risultati del Milan. Chi invece studia da parlamenta­re o forse da ministro è Francesco Ferri. Bocconiano ed ex vice presidente dei giovani Confindust­ria, Ferri oggi guida il Centro Studi del pensiero Liberale.

Una volta varcato l’ingresso di Montecitor­io porterà le ricette economiche care al leader di FI, dalla flat tax al reddito di dignità. In cima ai desiderati di Berlusconi trova posto anche Alessandro Sallusti. Il direttore del Giornale è in pole position per uno scranno a Palazzo Madama. Fra gli azzurri circola con una certa insistenza anche il nome del dietologo Giorgio Calabrese, presenza fissa nel salotto di Porta a Porta, e quello di Paolo Damilano, presidente del museo nazionale del Cinema, in corsa per un seggio in Piemonte.

Quasi certa tra i dem la corsa di Annibali e Burioni, per gli azzurri in pole Galliani e Ferri

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy